La Sapna verso la proroga di un anno. La società di gestione ambientale della Provincia di Napoli doveva cessare il suo mandato a giugno 2014. Il diktat partiva proprio dalla Regione Campania dopo che a gennaio, aveva approvato il riordino del ciclo dei rifiuti. E a ripartire sono anche le assunzioni. Sono 15 i posti messi a bando per “impiegato tecnico” indirizzati a chi sia in possesso di una laurea in ingegneria. In palio contratti a tempo determinato fino al 30 giugno 2014, salvo la proroga che è poi sopraggiunta.
Alla base c’è la difficoltà soprattutto per i Comuni di attuare la sprovincializzazione dei rifiuti prevista dalla legge nazionale. Perché se fino al 2013, il ciclo dei rifiuti era ripartito tra le Province-che si occupavano dello smaltimento attraverso la gestione degli impianti stir e il trasporto fuori Regione- e i Comuni che avevano come mansione la raccolta per strada dei rifiuti, ora il quadro è cambiato. E i maggiori problemi sorgono proprio in relazione ai bassi indici di riscossione della Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Prima della legge nazionale infatti, i Comuni grazie alla riscossione della tassa, incassavano come da divisione dei ruoli, la parte della raccolta e le Province quella relativa allo smaltimento. Oggi invece ai Comuni toccherebbe anche lo smaltimento, oltre che la costituzione di Ato, ossia ambiti territoriali integrati in cui devono essere organizzati servizi pubblici integrati, come quello dei rifiuti. Ma a mancare sono ancora gli accordi con la Regione da parte di molti Comuni per la costituzione degli Ato, e la bassa riscossione della Tarsu ritarda i pagamenti dovuti alla Sapna in questa fase di transizione che tanto provvisoria non sembra essere più. Per il Comune di Napoli i debiti verso la Sapna ammontano a 38 milioni e 559 mila euro, la metà del totale dei debiti della società provinciale che si attesta sui 77 milioni e 245 mila euro.