Esclusione dal circuito bancario swift, blocco dei beni di Putin e di altri magnati russi, divieto di importazione ed esportazione da e per la Russia di prodotti relativi a diversi settori merceologici. Sono questi i nodi cruciali delle sanzioni che l’Unione europea ha comminato alla Russia all’indomani dell’aggressione all’Ucraina. Sanzioni (che non finiranno qui) tese a indebolire l’economia russa ma è chiaro che a risentirne non sarà solo la Russia ma anche l’economia europea.
Le sanzioni alla Russia e l’economia europea
Bloccare i beni russi significa, per esempio, bloccare importanti flussi turistici soprattutto nel nostro Paese. Escludere la Russia dal circuito swift ha come conseguenza svuotare le banche europee di grosse quantità di capitali. Consideriamo ancora lo stop alle esportazioni di beni e tecnologie legati all’aeronautica e allo spaziale: sono state pensate per evitare che la Russia possa ammodernare le sue compagnie aeree ma inevitabilmente le imprese europee del comparto perderanno tutta una serie di commesse. Altro comparto che dovrà fare a meno dei rapporti con la Russia è quello tecnologico: una delle sanzioni, infatti, vieta di esportare beni e tecnologie che possano consentire a Putin di rafforzare i suoi sistemi di sicurezza e di difesa.
Il rischio inflazione
Gli esempi (di cui abbiamo dato solo un piccolo saggio) fatti finora, semplici e consequenziali, possono farci capire quale scenario potrebbe aprirsi nei prossimi tempi.
- La crisi economica russa innescata dalle sanzioni potrebbe portare il gigante euroasiatico al default. La situazione si espanderebbe anche al di fuori dei confini in pochissimo tempo come già accaduto nel 2008 dopo il fallimento di Lehman Brothers.
- La scarsità di materie prime (quelle che prima importavamo da Russia e Ucraina) porta a un innalzamento dei prezzi nei nostri Paesi. Se il trend continua nel tempo e si allarga il rischio è che scatti l’inflazione. Fenomeno che in realtà stiamo già vivendo. Secondo l’Istat nel mese di febbraio l’inflazione nell’Eurozona ha toccato il 5,9%, mentre nell’Ue è arrivata al 6,2%.
- Meno lavoro, meno fatturato equivale a minore crescita. La crescita del Pil che nella seconda metà dello scorso anno aveva superato ogni più rosea aspettativa potrebbe rallentare, arrestarsi o addirittura invertire il trend innescando una recessione.
Lo spettro cinese
Tra gli scenari che possono aprirsi per il futuro non possiamo non includere il rischio di un’alleanza tra Russia e Cina. Non potendo più contare sull’Europa come partner, la Russia potrebbe decidere di spostare l’asse commerciale verso l’Asia stringendo accordi con la Cina o anche con l’India. Alleanza vista dal resto del mondo come un pericolo da scongiurare.