In Italia si registra una grave crisi del personale sanitario, con una frattura sempre più evidente tra Nord e Sud. Le famiglie stanno affrontando un aumento della spesa sanitaria (+10,3%), mentre circa 4,5 milioni di persone hanno rinunciato alle cure. Anche la spesa per la prevenzione è in forte calo (-18,6%), mettendo ulteriormente in difficoltà il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Questi dati provengono dal 7° Rapporto sul SSN della Fondazione Gimbe, che evidenzia anche un gap di 52,4 miliardi di euro rispetto alla media dei paesi UE nella spesa sanitaria pubblica.
Il SSN verso il punto di non ritorno
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sottolinea che i principi fondanti del SSN – universalismo, equità e uguaglianza – sono ormai compromessi. Le famiglie stanno sostenendo un boom della spesa privata, mentre il SSN si avvicina a un punto critico. Le disuguaglianze territoriali e il fenomeno della migrazione sanitaria mettono in evidenza la difficoltà di accesso alle cure, soprattutto nel Sud e nelle aree interne.
Definanziamento e crisi del personale
La crisi del SSN è il risultato di anni di definanziamento. Dal 2010 al 2024, il Fabbisogno Sanitario Nazionale (FSN) è aumentato di soli 28,4 miliardi, ma con variazioni significative tra i periodi pre e post-pandemici. Negli ultimi anni, l’aumento del FSN è stato assorbito dalla pandemia COVID-19 e dai costi energetici. Le previsioni future non indicano un rilancio significativo, con la percentuale del PIL destinata alla sanità pubblica che scenderà al 6,2% entro il 2026.
Aumento della spesa out-of-pocket e riduzione della prevenzione
Nel 2023, la spesa sanitaria è stata sostenuta quasi interamente dalle famiglie, con un aumento del 10,3% della spesa out-of-pocket, ossia quella pagata direttamente dai cittadini. Nel frattempo, la spesa per i Servizi di prevenzione ha subito un drastico calo del 18,6%. Questo riduce la capacità del SSN di agire in modo proattivo, con conseguenze gravi per la salute pubblica nel lungo periodo.
La crisi del personale sanitario
Il SSN sta affrontando una crisi del personale senza precedenti. Molti medici e infermieri stanno abbandonando il sistema a causa di condizioni di lavoro insostenibili, bassi stipendi e mancanza di opportunità di carriera. Tra il 2019 e il 2022, oltre 11.000 medici hanno lasciato il SSN. La situazione è ancora più critica per gli infermieri: l’Italia ha solo 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, molto al di sotto della media OCSE. Le iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica sono in calo, evidenziando la scarsa attrattività della professione.
Divario Nord-Sud e migrazione sanitaria
Il divario tra Nord e Sud Italia continua a crescere. Solo 13 Regioni rispettano i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con la Puglia e la Basilicata come uniche eccezioni nel Sud. Le Regioni settentrionali, invece, attirano sempre più pazienti dal Centro-Sud, alimentando un fenomeno di migrazione sanitaria che penalizza ulteriormente le aree meno sviluppate.
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