Nomina commissario per la sanità in Calabria in tempi di pandemia capitolo secondo. Dopo l’uscita di scena del generale Cotticelli e quella ormai prossima di Zuccatelli, il nome più accreditato per ricoprire la carica di commissario ad acta per la Sanità in Calabria è quello di Gino Strada. Un nome che non ha mancato di suscitare le polemiche del presidente vicario della Regione, Antonino Spirlì, secondo il quale la sanità in Calabria non ha bisogno di Strada per essere amministrata. Non bisogna mica scavare buche…
Le dichiarazioni di Spirlì su Strada per la sanità in Calabria
Come se scavare buche fosse la mission di Emergency nel mondo. Magari ha realizzato anche quelle ma sta di fatto che, dal 1994 al 2019, Emergency ha curato più di 10 milioni di persone in tutto il mondo, Italia compresa. Dopo Cotticelli, nominato da Movimento 5 Stelle e Lega, e Zuccatelli, di area bersaniana, quello di Strada sembrava un nome super partes. Una persona competente, dalla comprovata esperienza, che avrebbe potuto mettere ordine nella difficile situazione in cui versa la Calabria in questo momento delicato (situazione che in realtà si trascina da ben dieci anni). E invece no. Cosa c’entra lui con la Calabria?
Dall’Abbissinia con furore
La Calabria non è l’Africa, ovvero una colonia nella quale andare a costruire ponti, pozzi, ospedali. Non può essere “schiavizzata”, conquistata dallo straniero. Ci manca solo che arrivino i preti comboniani! Gli africani, pardon i calabresi, vanno aiutati a casa loro, con i loro mezzi e le loro persone. La Calabria, come sottolineato da Spirlì, vanta “fior di professionisti” che possono amministrare la Calabria, non ha bisogno di un medico missionario africano come Strada. Che assurdità continuare a far gestire la sanità da un commissario esterno, solo per una questione di bilancio.
Una poltrona esplosiva
Bando alle celie ora, torniamo seri. Casomai la nomina di Gino Strada, lanciata dal movimento delle Sardine, andasse in porto sarebbe una gran bella notizia per la Calabria e un grande pericolo per il medico fondatore di Emergency. Il suo spessore personale e professionale lo porterebbe al centro di quella fitta rete di interessi che lega tra loro sanità, politica e criminalità organizzata. Tutto questo, però, avrebbe un costo e il prezzo minimo da pagare è quello della vita o, se gli andasse bene, della macchina del fango. Purtroppo lo scontro si consuma ancora una volta sul piano politico o ideologico per riprendere il commento di Giorgia Meloni sulla scelta di Gino Strada. Intanto l’epidemia continua a correre e in gioco c’è la salute di milioni di cittadini. Quanto ancora si vuole aspettare per arrivare a una soluzione?
In copertina foto di Ivan Crivellaro