Era dai tempi di “a mia insaputa” che non sentivamo un’assurdità di questo calibro. Lo scorso week end è andata in onda una delle figuracce mediatiche più memorabili degli ultimi anni. Il protagonista? Saverio Cotticelli, commissario ad acta per la sanità nella Regione Calabria. Le sue dichiarazioni gli sono costate, oltre alla faccia, anche la poltrona. E ora che Cotticelli si è dimesso, la patata bollente della sanità in Calabria passa a Giuseppe Zuccatelli. Forse.
La gestione del territorio
Ci sono molti modi per amministrare male un territorio. Si possono “sistemare” parenti e amici, si può chiedere la “mazzetta” in cambio di favori (leggi appalti). In un territorio, come quello della Calabria, infiltrato profondamente dalla criminalità organizzata, gli scenari si aggravano. Nell’aprile dello scorso anno, il ministro della Salute Giulia Grillo aveva decretato il commissariamento della regione Calabria per un forte disavanzo venutosi a creare nella gestione della sanità calabrese. Aveva nominato come commissario Saverio Cotticelli, un generale dei carabinieri in pensione che contava al suo attivo importanti incarichi anche nei NAS. Il ruolo di sub commissario era andato al manager Thomas Schael, in un secondo momento sostituito dalla collega Maria Crocco. Poi è sopraggiunta la pandemia con le difficoltà che hanno travolto un po’ tutte le Regioni e in questa seconda ondata la Calabria si è conquistata da subito la zona rossa. Com’è la situazione in Calabria? Esiste un pano Covid regionale?
Una spy story
Chi non ricorda gli scandali di qualche mese fa legati alle forniture di camici e mascherine in Lombardia. Scandali che hanno travolto la Lega, governatore Fontana e family in primis. Qui in Calabria, la sensazione è totalmente diversa. L’impressione che se ne ricava non è quella di un personaggio che ha approfittato del suo ruolo per intascare fior di quattrini (parliamo di impressioni, ovviamente), ma di una persona totalmente fuori contesto. Una sorta di Azzeccagarbugli, per dirla alla Manzoni, che non ha la minima idea di regolamenti e procedure. Che non sapeva di dover redigere personalmente il piano Covid regionale, salvo poi doverlo ammettere pochi minuti dopo. Poi, il colpo di genio. La scusa di un malore o qualcosa di più (complotto!) da accertare con l’aiuto di un medico, addotta in una seconda intervista per tentare di inficiare la precedente. Spy story di alto livello insomma. Una sola cosa Cotticelli ha indovinato: “Ora mi cacciano”.
Dopo Cotticelli, Zuccatelli a capo della sanità in Calabria
La sanità calabrese, infatti, è passata nelle mani di Giuseppe Zuccatelli. Manager in ambito sanitario già coinvolto per diverse aziende calabresi, Zuccatelli ha legato il suo nome a diverse perle che hanno creato non poco imbarazzo nelle forze di governo che lo hanno sostenuto. La prima riguarda l’inutilità delle mascherine a vantaggio del distanziamento mentre la seconda riguarda le modalità di contagio. Secondo il manager dai modi eccentrici, infatti, per contrarre il Covid bisogna baciare una persona infetta con la lingua per un quarto d’ora. E qui passiamo a un altro tipo di story… Le remore su Zuccatelli crescono e si vocifera il nome di Gino Strada in affiancamento. Ad ogni modo, il manager romagnolo potrà sedere su questa scomoda poltrona solo quando sarà guarito dal Covid. E non vogliamo sapere altro…