Gravissimi ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno relativi alla campagna di emersione lanciata dal governo a maggio 2020. Su 207mila domande, concessi finora solo 1.480 permessi, meno dell’1% delle richieste. La denuncia proviene dalle associazioni che aderiscono alla rete “Ero straniero”.
Di quelle domande di soggiorno, 177mila (l’85% del totale) proviene dal settore del lavoro domestico, che risulta dunque il comparto più colpito dai ritardi burocratici. Le elaborazioni sui dati statistici del ministero dell’Interno, pubblicate dall’Osservatorio nazionale DOMINA nel Rapporto annuale 2020 sul lavoro domestico, forniscono ulteriori dettagli. Sette domande su dieci sono state inviate direttamente dalla famiglia datrice di lavoro, il 28,2% dai patronati, l’1,3% dai consulenti del lavoro. Per quanto riguarda le professionalità: quasi il 70% delle domande si riferisce a colf (122mila), poco più di 50mila a badanti (30%), meno di 2mila (1%) a baby sitter.
Anche DOMINA, dunque, lancia l’allarme e si associa alla denuncia: “una situazione inaccettabile: il Viminale deve assolutamente accelerare l’iter burocratico”, tuona Lorenzo Gasparrini, segretario generale di DOMINA, “soprattutto perché stiamo vivendo da un anno in una situazione di emergenza sanitaria, nella quale i lavoratori domestici stranieri e i loro assistiti sono i meno tutelati. E consideriamo anche il fatto che oltre un milione di operatori è senza contratto e di questi oltre 560mila sono stranieri che provengono da Paesi al di fuori dell’Unione europea”.