Con la Fiera di San Gennaro a Petruro Irpino, in programma per venerdì 18 settembre dalle ore 7 alle 13, si chiude il sipario sugli eventi patrocinati e promossi dall’Ente Comunale per l’anno 2015 che, prendendo spunto da antichi riti religiosi, usi e costumi del piccolo borgo medievale della Valle del Sabato, mirano alla valorizzazione dei luoghi e alla loro promozione.
Sarà ancora una volta un immemore culto devozionale a farla da protagonista e la Fiera, nata come esigenze di scambio commerciale e rapporti economici tra i comuni delle province di Benevento ed Avellino, anticiperanno le celebrazioni religiose in onore del Santo Compatrono Gennajo, martire e Vescovo di Benevento.
Come da decenni ormai, si applica in parte la concessione di Re Ferdinando II di Borbone, che con Regio Decreto testualmente sancì: (N° 5625) DECRETO permettente che il comune di Petruro in Principato Ulteriore possa ripristinare la celebrazione della fiera dal 16 al 19 settembre di ciascun anno, al medesimo conceduta fina dal 1778, osservate le prescrizioni contenute nella sovrana risoluzione del dì 1.° di giugno 1826 (Napoli, 2 ottobre 1839).
Alla Fiera, che si svolgerà in piazza San Gennaro e lungo l’arteria principale del comune, via Ettore Capozzi, sono invitati a partecipare: venditori ambulanti, artigiani, aziende agricole, aziende vitivinicole, artisti e quanti vorranno far conoscere la propria creatività e ingegno intellettuale e manuale.
IL CULTO DI SAN GENNARO
“Nota determinante in tutta l’Irpinia di una cultura che può definirsi prettamente petrurese, è la celebrazione della Fiera di San Gennaro. Antico culto di origine beneventana, che si tramanda da centinaia di anni, ha visto partecipe Petruro nei festeggiamenti commemorativi al Martire sin dagli inizi del ‘700, quando il 19 settembre era “… giorno festivo di precetto consagrato alle glorie immortali del celeberrimo Martire S. Gennajo, Vescovo, Cittadino, e Protettore dell’Illustrissima Città di Benevento …”.
La Chiesa di Petruro festeggiava in loco e partecipava ai riti della Chiesa Metropolita: musica a più cori di voci e strumenti, panegirici, distribuzione di dote in ducati, concessioni di Indulgenze, venerazione delle Sagre Reliquie di S. Gennajo, illuminazioni con apparati e sinfonie che si tenevano nel Portico davanti la Casa Natalizia del Santo, nella Città di Benevento, per tre sere, dal 17 al 19 settembre.
Nonostante l’inspiegabile quanto misteriosa interruzione di tali pompe festose in onore del taumaturgo nella sede Arcivescovile, l’Abate di Petruro continuò negli anni a conservare una festa tradizionale in onore del suo compatrono.
Un secolo più tardi con Decreto Regio, Re Ferdinando II testualmente decreta: (N° 5625) DECRETO permettente che il comune di Petruro in Principato Ulteriore possa ripristinare la celebrazione della fiera dal 16 al 19 settembre di ciascun anno, al medesimo conceduta fina dal 1778, osservate le prescrizioni contenute nella sovrana risoluzione del dì 1.° di giugno 1826 (Napoli, 2 ottobre 1839).
La Fiera istituita per favorire il commercio e l’agricoltura prevedeva in primis la commercializzazione di ovini e bovini oltre che di vitto, abbigliamento, oggetti rurali quali attrezzi agricoli di vario tipo. La Fiera di carattere prettamente contadino rispettava pienamente i parametri contenuti nella Circolare del cardinale Pacca del 26 marzo 1824, che prevedeva “la verificazione delle circostanze costituenti la utilità della medesima bontà delle strade, che al luogo della fiera conducono, dell’abbondanza dei prodotti commerciabili, …”.
Testo Tratto dal Libro di Jenny Capozzi “Petruro chi parla diventa Pietra” anno 1998 – AGM Poligrafica Editoriale di Ceppaloni (BN)