Saluti da Rodi di Anita Gambelli edito da PAV Edizioni è il secondo libro dell’autrice, che anche questa volta, delizia i suoi lettori con una storia appassionante.
La protagonista del romanzo è Silvia, una giovane insegnante di lettere, innamorata del facoltoso e carismatico Giacomo. I due stanno per sposarsi e acquistano una villa con vista sul mare che li accoglierà dopo le nozze e danno il via alla ristrutturazione. Tutto sembra andare per il meglio, ma c’è qualcosa nel loro passato che crea tensioni.
Il romanzo è ambientato nella magica e affascinante Rodi, che sarà il centro di una serie di coincidenze che spingeranno Silvia ad affrontare le sue paure e a scoprirsi forte e risoluta.
Anita Gambelli (Senigallia 1967) vive a Pesaro. È stata un’assistente Alpitour, una guida, un’addetta alle informazioni turistiche, da anni lavora in un settore ben lontano dalle vacanze e dalla creatività, ma è sempre in viaggio con un libro da scoprire o una storia da inventare.
Ringraziamo Anita per l’intervista che ci ha concesso e che ci ha permesso di scoprire le sue passioni e molti dettagli del suo ultimo romanzo
Saluti da Rodi di Anita Gambelli
Salve Anita, come di consueto, qui a Cinquecolonne Magazine chiediamo sempre agli autori di raccontarci brevemente di cosa si occupano nella vita e quali sono le loro passioni. Ci parla un po’ di sé?
Buongiorno Francesca, mi chiamo Anita Gambelli e svolgo un lavoro piuttosto distante dalla creatività. Io sono curiosa, peculiarità che appartiene ai lettori e agli scrittori, non faccio eccezione. Sono una buona lettrice in prevalenza di rosa e di giallo, anche fusi insieme e comunque mi piacciono le storie che almeno un po’ mi facciano sorridere. Invento storie e non tutte sono diventate romanzi, infatti Saluti da Rodi è il mio secondo libro pubblicato. Sono una camminatrice, una viaggiatrice, anche con l’immaginazione. Mi piacciono la storia, le lingue straniere, le pinacoteche, però non entro in sintonia con le opere troppo moderne.
Se volessimo inquadrare il suo romanzo in un genere per meglio orientare i lettori, potremmo definirlo un romance?
È sicuramente del rosa quello che si vede sullo sfondo, ma non ha le caratteristiche tipiche del romance. È una storia di trasformazione, un’avventura alla scoperta di sé, dove amore, amicizia e coraggio accompagnano la protagonista a vivere incredibili avventure. La storia parte da una soffitta piena di oggetti impolverati, si sviluppa in mezzo al mare su un’isola meravigliosa e torna sul promontorio dov’è cominciata.
Saluti da Rodi è la storia di un amore travagliato ma anche di un lavoro molto impegnativo da parte della protagonista su sé stessa. C’è un messaggio che ha voluto lanciare ai lettori con la sua storia?
Silvia, la protagonista, è chiamata a risolvere una situazione non più rinviabile, la partenza per l’isola di Rodi rappresenta un punto di non ritorno. Silvia durante la sua permanenza a Rodi, in pochi giorni, vive con incredulità (per noi è divertimento) lo scompenso derivante dal coraggio che viene a galla. Lei si traveste, diventa maleducata, finisce in carcere, quasi annega, ma riesce a trovare tutte le risposte e pure quelle che non stava cercando. Quello che accade a Silvia è ciò che ci succede quando riusciamo a fronteggiare chi ci mette all’angolo, le situazioni che ci fanno stare male. Di solito non con la stessa modalità, per fortuna!, ma siamo orgogliosi di noi stessi, parlo di noi timidi e introversi, quando riusciamo a fare uscire la nostra voce. Io l’ho imparato con la maturità, il mio percorso è stato più lento e di certo non tumultuoso come quello di Silvia.
Le vicende del personaggio principale, Silvia, si svolgono a Rodi. C’è stato un motivo particolare per cui ha scelto quest’ambientazione?
Rodi l’ho visitata anni fa con un’amica e mi ha colpito fin da subito, mi è entrata in circolo da quelle prime curiosità sull’isola raccontate dalla tassista che dall’aeroporto ci ha trasferito all’albergo. Durante il tragitto ha spiegato che l’Egeo e il Mediterraneo, Rodi è bagnata da due mari, si comportano in maniera opposta: quando uno è ventoso, da favorire gli sport acquatici e scoraggiare i bagnanti, l’altro è calmo e in spiaggia si sta un incanto. Sempre da lei, e in seguito abbiamo continuato a constatarlo, siamo venute a conoscenza del legame speciale che si è creato con l’Italia dall’epoca dell’occupazione. Strano e curioso, elementi gustosi per chi come me ha la passione della scrittura. Sapevo che prima o poi ne sarebbe nata una storia, mai avrei immaginato che sarei riuscita a creare un romanzo da questo. La tassista, con un altro nome e una diversa presenza, è diventata un personaggio del libro.
Saluti da Rodi è il suo secondo romanzo. Ha notato un cambiamento nella sua scrittura rispetto al libro precedente?
Col primo romanzo mi sono buttata, finalmente, erano anni che scrivevo solo per me. Volevo vedere che effetto poteva fare esordire. Avevo una storia veloce, semplice, una narrazione a due voci ed è andata bene. Per un secondo tentativo c’è voluto più tempo, ho letto manuali di scrittura, ho imparato a progettare per creare una bella struttura con diversi personaggi. La narrazione in Saluti da Rodi è in terza persona e tutto filtra attraverso la protagonista, che non è mai assente dalle pagine. Il risultato è esattamente la storia che volevo e ringrazio PAV EDIZIONI per avermi accolta. Ci vediamo alla fiera Più Libri Più Liberi, a Roma il prossimo Dicembre.
Grazie per l’accoglienza, un caro saluto ai lettori della rivista e buon viaggio con Silvia!