L’ipogonadismo è una conseguenza consolidata dell’uso di oppioidi. È stato segnalato sia negli uomini che nelle donne, sebbene più ampiamente studiato negli uomini.
Vi è una grande eterogeneità negli studi, con diversi fattori che hanno dimostrato di avere una più forte associazione con l’ipogonadismo come tipi specifici di oppioidi, dosi più elevate e durate di utilizzo più lunghe.
Le conseguenze dell’OIH, ipogonadismo indotto da oppioidi, includono disfunzione sessuale, depressione, diminuzione della qualità della vita e bassa densità ossea.
“In una ricerca su PubMed abbiamo cercato articoli in inglese fino a dicembre 2019 riguardanti oppioidi e ipogonadismo. La bibliografia degli articoli recuperati è stata cercata per articoli pertinenti. Bisogna dire che la prevalenza dell’ipogonadismo indotto da oppioidi (OIH) varia tra gli studi, ma in una recente revisione sistematica è stata segnalata essere del 69%”, spiega il Dr. Andrea Militello, Urologo Andrologo nelle citta di Roma, Milano, Cosenza e nella Repubblica di San Marino.
“Vi è una scarsità di studi randomizzati controllati che valutino l’efficacia della terapia sostitutiva con testosterone (TRT) per l’OIH negli uomini e ancor meno studi sul trattamento dell’OIH nelle donne. Gli studi TRT negli uomini hanno riportato risultati diversi con alcuni studi favorevoli e altri che non mostrano alcun chiaro beneficio della TRT su diverse misure.”
Quindi cosa ne possiamo dedurre ?
“Nonostante l’elevata prevalenza di ipogonadismo – continua Il Dr. Militello, premiato nel 2018 come miglior andrologo d’Italia – rimane sottovalutata e non trattata con molteplici conseguenze endocrine e metaboliche.
Un approccio ragionevole nei pazienti che usano oppioidi include informarli di questa complicanza e delle sue potenziali conseguenze, lo screening per segni e sintomi di ipogonadismo. Quindi i livelli di ormoni sessuali in caso di uso prolungato di oppioidi maggiore di 3 mesi e il trattamento di pazienti con diagnosi di ipogonadismo, se e quando clinicamente indicato, con gli ormoni sessuali se si prevede di continuare con gli oppioidi cronici per un tempo uguale o maggiore di 6 mesi.”