La sicurezza pubblica è un tema molto sentito nel particolare momento storico che stiamo vivendo. Negli ultimi anni proliferano sul web e in chat gruppi di cittadini privati che – mossi da spirito civico, e dal bisogno di sentirsi maggiormente protetti – raccolgono informazioni e segnalazioni con l’intenzione di sollecitare l’intervento delle istituzioni. Gruppi di cittadinanza attiva su Facebook e su Twitter, chat su WhatsApp per il controllo di vicinato: questi strumenti non sono un metodo sicuro, professionale e certificato per prevenire i fenomeni potenzialmente pericolosi per la comunità, non generano soluzioni tempestive e concrete e – non da ultimo – non danno garanzie sulla tutela della privacy.
La soluzione arriva con SafeCity (www.safecity.cloud), il primo social network per la sicurezza partecipata che crea un filo diretto, fra i cittadini e le istituzioni preposte al monitoraggio del territorio. Si tratta di una piattaforma mobile first che consente a tutti i cittadini in possesso di uno smartphone o tablet Android o Apple di condividere tempestivamente le informazioni riguardo alle situazioni alle quali assistono, comunicando fra di loro e direttamente con le istituzioni.
Il progetto nasce all’interno dell’azienda milanese Citel SpA, leader a livello nazionale nei sistemi di governo e controllo centralizzato per P.A. e aziende di grandi dimensioni italiane. “Gruppi sui social o in chat non offrono alle istituzioni dei dati classificati e organizzati, utili per mettere in atto piani reali di prevenzione. – esordisce Nils Fazzini, general manager di Citel – Questi strumenti, a volte utilizzati in mondo improprio, non tutelano la privacy di quei cittadini virtuosi che, condividendo informazioni su questi gruppi, condividono anche i propri dati personali con altri utenti. Inoltre possono mettere a rischio la privacy di cittadini che possono diventare oggetto inconsapevole delle segnalazioni, comparendo in fotografie o commenti non autorizzati”
SafeCity si configura invece come uno strumento democratico di collaborazione fra cittadini e istituzioni, che permette di monitorare in modo efficace la distribuzione dei fenomeni osservati sul territorio, attivando misure di prevenzione e intervento a contrasto, e riducendo la distanza tra pubblico e privato. “La possibilità di classificare i dati, condividerli nella community e soprattutto renderli disponibili alle istituzioni con analisi statistiche, sinottici e altri utili strumenti, – continua Fazzini – consentirà di poter ottimizzare e migliorare i processi di prevenzione e restituire ai cittadini quella sensazione di protezione e sicurezza che tutti desideriamo”.
L’App è disponibile sugli store nella sua prima versione. Il team SafeCity è costantemente al lavoro per arricchirla di nuovi contenuti, e offrire ai cittadini una migliore ed efficace esperienza. Anche gli utenti possono contribuire, con idee e proposte, al miglioramento, attraverso il gruppo Facebook SafeCity Community.
Il funzionamento del social network di sicurezza partecipata è molto semplice. Il cittadino scarica gratuitamente da Google Play o AppStore l’applicazione per il proprio device mobile, quindi si iscrive inserendo i propri dati personali (sono richiesti per l’accesso nome, cognome, data di nascita e indirizzo mail) e definisce i propri “punti di interesse”, ovvero i luoghi geografici per i quali vuole ricevere informazioni inerenti alla sicurezza da parte degli altri utenti e delle istituzioni. Attraverso la scelta di un nickname ha la libertà di restare anonimo con il resto della community.
Quando viene individuato un fenomeno di disturbo all’ordine pubblico o inerente il decoro urbano, l’utente di SafeCity pubblica una segnalazione guidato da Safecity. Indica quindi dove è avvenuto il fatto digitandone l’indirizzo o aiutato dalla geolocalizzazione del suo dispositivo. Indica anche una categoria per classificare l’accaduto, scegliendo da una delle possibili proposte (tra le quali abusivismo, appropriazione indebita, atti osceni in luogo pubblico, bullismo, corruzione di minori, danneggiamento, decoro urbano, estorsione, frode, ricettazione, rissa, ritrovamento, smarrimento oggetto, schiamazzi, violazione di domicilio, violenza ecc). Questo consente a Safecity la classificazione dei fenomeni e l’applicazione di meccanismi automatici di avvaloramento, che hanno lo scopo di gestire i casi più delicati (es. rapina, sequestro di persona ecc.) e arginare false segnalazioni e fenomeni di allarmismo ingiustificato.
L’utente aiuta quindi la community indicando la sua percezione riguardo l’affidabilità della segnalazione: certa quando, ad esempio, né è diretto testimone; incerta quando al contrario, ad esempio, gli è stata riportata. Può aggiungere un commento personale e una fotografia, in modo da arricchire e rendere più precisa la sua segnalazione. Attraverso notifiche automatiche e una ricca bacheca il cittadino è tempestivamente e sempre aggiornato su quanto accade nei dintorni dei suoi punti di interesse.
Se iscritto a Facebook e Twitter può raggiungere amici, parenti e tutti i propri contatti condividendo sia le sue segnalazioni sia quelle ricevute dalla community.
I dati personali di ogni utente (che si identifica solo con il nickname) non vengono condivisi all’interno della community, sono disponibili solo alle autorità preposte. Le immagini e i commenti relativi alle segnalazioni più delicate, pubblicate dai cittadini a corredo delle segnalazioni, non vengono resi pubblici: viene condivisa con tutti gli utenti solo la categoria della segnalazione. Per le segnalazioni meno delicate, Safecity utilizza dei meccanismi semiautomatici di moderazione, rendendo pubblici i commenti che non rischiano di ledere la privacy dei cittadini e che non hanno contenuti potenzialmente offensivi.
Gli utenti dallo spiccato senso civico possono decidere di partecipare alla community come Cittadini Qualificati, condividendo anche il proprio numero di telefono con forze dell’ordine e condividendo i commenti delle proprie segnalazioni con gli altri cittadini. Questo comporta un grado di responsabilità maggiore in merito alla privacy e alla non lesività di quanto viene scritto. Allo stesso tempo comporta un coinvolgimento maggiore del cittadino virtuoso, che può essere agevolmente contattato dalle autorità per ulteriori approfondimenti e indagini.
Le forze dell’ordine e le istituzioni che aderiscono al progetto gestiscono tutte le segnalazioni tramite una dashboard di gestione che serve ad avere una percezione immediata della distribuzione dei fenomeni osservati dai cittadini, consentendo di attivare tempestivamente misure di prevenzione e di contrasto. Le geolocalizzazione, inoltre, permette la creazione di una “mappa di calore” che dà una visione in real time delle zone “calde” sul territorio. L’idea è che si possa quindi aiutare le istituzioni ad avere, oltre a una mappa dei fenomeni, anche la possibilità di confrontare quelli che sono i dati certificati rilevati dalle denunce ufficiali, con le segnalazioni spontanee dei cittadini aderenti a SafeCity; da un confronto di questo genere può nascere la reale mappatura del territorio e con i reali rischi che questo corre nelle diverse aree.
SafeCity è anche uno strumento di comunicazione per le istituzioni, che possono informare i cittadini in tempo reale su modifiche alla viabilità, traffico, manutenzioni o messaggi dalla protezione civile, in ogni caso mantenendosi sul tema della sicurezza.