(Adnkronos) – Mai più formule sbagliate che rendono nulli i Sacramenti come il Battesimo e la Cresima. Il dicastero per la Dottrina della Fede, con una Nota resa nota oggi approvata all’unanimità da tutti i componenti che ha ricevuto l’ok del Papa – ‘Gestis verbisque’ – corre ai ripari in materia di Sacramenti. “Già in occasione dell’Assemblea Plenaria del Dicastero del gennaio 2022 – scrive il prefetto del dicastero, card. Victor Fernandez nella Nota – i cardinali e i vescovi membri avevano espresso la loro preoccupazione per il moltiplicarsi di situazioni in cui si era costretti a costatare l’invalidità dei Sacramenti celebrati.
Le gravi modifiche apportate alla materia o alla forma dei Sacramenti, rendendone nulla la celebrazione, avevano poi condotto alla necessità di rintracciare le persone coinvolte per ripetere il rito del Battesimo o della Cresima ed un numero importante di fedeli hanno giustamente espresso il loro turbamento”.
L’ex Sant’Uffizio cita esempi concreti: “Ad esempio, invece di usare la formula stabilita per il Battesimo, si sono utilizzate formule come quelle che seguono: ‘Io ti battezzo nel nome del Creatore…’ e ‘A nome del papà e della mamma… noi ti battezziamo’. In una tale grave situazione si sono ritrovati anche dei sacerdoti. Questi ultimi, essendo stati battezzati con formule di questo tipo, hanno scoperto dolorosamente l’invalidità della loro ordinazione e dei sacramenti sino a quel momento celebrati. Mentre in altri ambiti dell’azione pastorale della Chiesa si dispone di un ampio spazio per la creatività, una simile inventiva nell’ambito della celebrazione dei Sacramenti si trasforma piuttosto in una ‘volontà manipolatrice’ e non può perciò essere invocata”.
“Modificare, dunque, la forma di un Sacramento o la sua materia – sottolinea la Nota dell’ex Sant’Uffizio – è sempre un atto gravemente illecito e merita una pena esemplare, proprio perché simili gesti arbitrari sono in grado di produrre un gravoso danno al Popolo fedele di Dio”.
Il prefetto del dicastero spiega che “il Santo Padre ci invita ad agire in modo tale che i fedeli possano avvicinarsi fruttuosamente ai Sacramenti, mentre dall’altra parte sottolinea con forza il richiamo ad una ‘particolare cura’ nella loro amministrazione. A noi ministri è pertanto richiesta la forza di superare la tentazione di sentirci proprietari della Chiesa. Dobbiamo, al contrario, diventare assai ricettivi davanti a un dono che ci precede: non soltanto il dono della vita o della grazia, ma anche i tesori dei Sacramenti che ci sono stati affidati dalla Madre Chiesa. Non sono nostri! E i fedeli hanno il diritto, a loro volta, di riceverli così come la Chiesa dispone”.
La Nota, sottolinea ancora il card. Fernandez, “non tratta di una questione meramente tecnica o persino ‘rigorista’. Con il pubblicarla, il Dicastero intende principalmente esprimere luminosamente la priorità dell’agire di Dio e salvaguardare umilmente l’unità del Corpo di Cristo che è la Chiesa nei suoi gesti più sacri”. C’è stato un caso eclatante di un sacerdote di Phoenix. Il prete si è poi dimesso – che per 26 anni ha sbagliato la formula del Battesimo provocando l’interruzione della vita sacramentale di tanti fedeli.
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