Il ministro del welfare accusa di ‘pretestuosità e politicizzazione’ le manifestazioni degli studenti di questi giorni contro il decreto Gelmini
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I giovani che protestano contro la riforma della scuola e i tagli all’università sono ” una minoranza di presuntuosi.Secondo Sacconi le proteste sono dettate dal ”pregiudizio: si tratta di minoranze politicizzate, con giovani presuntuosi che talora guidano queste manifestazioni. Presuntuosi perchè presumono di avere capito tutto. Sono politicizzati: peccato però che non facciano il loro interesse e quello della loro generazione, che dovrebbe essere quello di contestare una scuola e un’università molto autoreferenziali, rese così dai loro padri” negli anni Settanta, che vi hanno introdotto “una sorta di nichilismo nella nostra società “. Secondo il ministro, inoltre, ” non è un caso che le maggiori criticità si trovino nel sistema educativo dove c’è una generazione di docenti cinica e autoreferenziale”. Bisognerebbe invece preoccuparsi del fatto, conclude, che “in Italia ci si laurea mediamente a 28 anni, ma non in ingegneria, in scienze della comunicazione”.
Alcune considerazioni, forse, è il caso di farle nei confronti di chi dovrebbe avere delle responsabilità pubbliche tali da far si che sia portato a pensare prima di dire, invece di dire senza pensare. Ma tant’è.
Al ministro Sacconi, che spara giudizi sommari sull’università di oggi e di ieri; su tante battaglie passate che hanno fatto sì che davvero tutti potessero accedere in pari misura (cercando di realizzare né più né meno quanto dettato dal comma 2 dell’articolo 3 della nostra carta costituzionale) al bene dell’istruzione; andrebbero rammentate un paio di cosette che – purtroppo per una sua labilità mnemonica – evita di citare: la prima è che negli anni che lui cita, il sig. Maurizio Sacconi, era esattemente su quelle barricate rammentate con tutti gli altri studenti d’allora ( più o meno ). Inoltre, bisognerebbe rammentare sempre al caro sig. ministro che, sebbene sia altamente umano cambiare idea, cambiare la propria idea politica, abbracciando in un lasso temporale più o meno lungo, tutto quello che una volta era disseminato lungo il cosiddetto “arco costituzionale”; con una becera disinvoltura e saltabeccando da sinistra a destra passando bellamente per il centro; ecco, chi si è reso protagonista di ciò nella sua vita pubblica (come nel caso del ministro in specie) non dovrebbe ergersi ad oracolo e gettare giudizi alla bell’e meglio sugli altri.
Infine una domanda: ma perchè un laureato in ingegneria sarebbe migliore di uno in scienze delle comunicazioni ?
Il ministro farebbe bene ad approfondirle le scienze della comunicazione, dia retta a chi ne sa meno di lui!