Il Consiglio Europeo ha prorogato fino al 31 luglio 2020 le sanzioni economiche riguardanti settori specifici dell’economia russa.
La decisione fa seguito all’aggiornamento del presidente Macron e della cancelliera Merkel al Consiglio europeo del 12 dicembre 2019 in merito allo stato di attuazione degli accordi di Minsk, a cui è collegata la decisione di mantenere le sanzioni. Non essendo pienamente attuati gli accordi di Minsk, il Consiglio europeo ha adottato all’unanimità la decisione politica di rinnovare le sanzioni economiche nei confronti della Russia.
Le misure riguardano i settori finanziario, dell’energia, della difesa e dei beni a duplice uso. Introdotte inizialmente per un anno il 31 luglio 2014 in risposta alle azioni della Russia volte a destabilizzare la situazione in Ucraina, tali misure sono state rafforzate nel settembre 2014.
Le sanzioni economiche prorogate con la decisione in questione, fra l’altro:
- limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’UE da parte di cinque grandi enti finanziari russi di proprietà dello Stato e delle loro filiali controllate a maggioranza stabilite al di fuori dell’UE, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e di tre operanti in quello della difesa
- impongono il divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi
- stabiliscono il divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o utilizzatori finali militari in Russia
- limitano l’accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio
Il 19 marzo 2015 il Consiglio europeo ha associato la durata delle sanzioni alla piena attuazione degli accordi di Minsk, prevista entro il 31 dicembre 2015. Dal momento che ciò non è avvenuto, le sanzioni sono rimaste in vigore.