“Non sono d’accordo che essere un’idealista nel movimento tedesco sia una cosa ridicola…la suprema ratio alla quale sono arrivata attraverso la mia esperienza rivoluzionaria polacco-tedesca è quella di essere sempre se stessi, completamente, senza tener conto dell’ambiente e degli altri. Ed io sono e voglio restare un’idealista…” (R. L.)
Rosa Luxemburg fu uccisa per le sue idee il 15 gennaio del 1919. Nel corso della “Rivolta di gennaio”, che stava scuotendo il popolo tedesco, venne rapita e in seguito assassinata durante il suo trasporto in carcere insieme con Liebknecht, dai soldati dei cosiddetti Freikorps, i gruppi paramilitari agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert e del ministro della Difesa, Noske. Il corpo venne gettato in un canale, e solo mesi dopo recuperato.
Ogni anno a metà gennaio, a Berlino, si tiene una manifestazione per ricordare l’assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
«Die rote Rosa nun auch verschwand. “Ora è sparita anche la Rosa rossa.
Wo sie liegt, ist unbekannt. Dov’ è sepolta non si sa.
Weil sie den Armen die Wahrheit gesagt Siccome disse ai poveri la verità
Haben die Reichen sie aus der Welt gejagt» I ricchi l’hanno spedita nell’aldilà”
(Bertolt Brecht, Epitaffio, 1919)
Sabato 2 febbraio 2019, cento anni dopo, si terrà nella sede de ’“L’Istituto italiano per gli studi filosofici” Palazzo Serra di Cassano – Via Monte di Dio 14, una giornata di riflessione voluta ed organizzata dal La Comune, Corrente umanista socialista di Napoli e che segue gli incontri di Milano, Bologna e Roma, Rosa Luxmburg, lezioni attuali di vita e di impegno
Programma della giornata:
-Introduzioni: “Della sua vita”,
Manuela Voto con Antonio Lista
Gruppi di lettura e discussione;
– “Una donna straordinaria nell’ordinario universo maschile”.
introducono: Claudia Romanini con Mario Faillaci
– “L’importante è essere buoni”.
introducono: Fabio Beltrame con Gabriella De Cicco
– “Un’altra idea di socialismo e di rivoluzione”.
introducono: Valentina Martorana con Sergio Esposito
– Conclusioni: “L’attualità di Rosa in una prospettiva umanista socialista”.
Claudio Olivieri con Francesca Vitellozzi
Ebrea di origine polacca, Rosa Luxemburg iniziò a soli 16 anni il suo impegno socialista, lottando per la libertà contro il potere soffocante dell’autocrazia zarista e spinta dalla solidarietà contro lo sfruttamento patito dalle masse operaie, dai contadini poveri e dai popoli oppressi dalle grandi potenze. Fu costretta, per questo, a emigrare all’estero, andò a studiare in Svizzera dove si appassionò alle idee del marxismo ma anche alle arti, alle scienze naturali, alla cultura.
Agli inizi del ‘900 si trasferì in Germania dove si impegnò alla guida del movimento socialista internazionale e per venti anni la Germania fu la sua casa e il suo terreno di memorabili battaglie. Ma quando la rivoluzione scoppiò in Russia e in Polonia, dischiudendo una nuova epoca, non esitò a tuffarvisi con tutte le sue forze di pensiero e di azione.
Rosa pagò un prezzo altissimo per le sue scelte, dall’esilio al carcere dove fu rinchiusa per tre anni. Eppure il suo sguardo non si fece offuscare, né in lei prevalse l’amarezza.
Il suo orizzonte era più ampio della sua epoca. La sua fede nell’umanità era enorme, come il suo amore per la vita e la natura. Per questo seppe dire la verità, anche la più dura, a quelle genti cui rivolgeva la sua speranza, ma che erano capaci al contempo di egoismo e di cinico odio.
Alcune delle lettere più belle sono quelle che scrisse dal carcere durante la prima guerra mondiale, in cui svela il suo animo alle persone a lei più care.
“Per il resto sforzati di restare un essere umano. E’ veramente questo l’essenziale.”
…la legge fondamentale che mi sono prefissata come regola di vita: essere buoni, molto semplicemente. Ecco che comprende tutto e che vale di più di tutta l’intelligenza e la pretesa di avere ragione.” (dal carcere di Wronke,5 marzo 1917)
“Il mio ideale è il regime sociale in cui si potrebbe, con tranquilla coscienza, amare tutti quanti. Tendendo a questo fine e in suo nome saprò forse un giorno odiare.”
a cura di Claudio Olivieri