Minori che dormono per strada e nelle stazioni ferroviarie, mancanza di cibo e ripari limitati: con un aumento del 134% del numero di rifugiati e migranti arrivati in Romania in un solo anno, il Paese è in difficoltà a fornire supporto ai minori in transito[1]. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
Viaggiando attraverso la Romania, un numero crescente di migranti e rifugiati diretti verso l’Europa occidentale spera di eludere i respingimenti spesso violenti al confine croato, come è stato riferito ai team di Save the Children da alcuni migranti in transito.
A causa della limitata capacità di accoglienza, i minori spesso soggiornano in rifugi non adeguati. A Timisoara, nella Romania occidentale, in un centro, che ospita anche adulti, i bambini e le famiglie hanno trascorso notti sul pavimento prima che la situazione venisse affrontata. I team di Save the Children hanno anche segnalato la mancanza di accesso al cibo e ai servizi igienici in alcune strutture.
I minori non accompagnati sono particolarmente a rischio, poiché nessuna delle strutture ha spazi sicuri dedicati, con la conseguenza che sono collocati nelle stesse stanze degli adulti di sesso maschile. A causa di preoccupanti lacune nei servizi di identificazione e protezione, i minori che viaggiano da soli spesso finiscono inoltre per vivere per strada, nelle stazioni ferroviarie, nei parchi e negli edifici abbandonati in situazioni di promiscuità. La situazione è inoltre peggiorata dalla pandemia di COVID-19, con scarsa capacità di isolare i casi o fornire servizi sanitari.
Dal 2015 la Romania è uno dei Paesi della rotta migratoria che passa attraverso i Balcani e va verso i Paesi dell’Europa centrale e occidentale. I bambini e gli adolescenti rappresentano circa il 25 per cento dei nuovi arrivati in Romania, che sono stati 6.156 nel 2020[2]. Secondo i funzionari del governo, di questi 1.539 minori, quasi due terzi sono non accompagnati[3].
È probabile che il numero effettivo di persone che compiono il viaggio attraverso la Romania sia più alto, poiché molte non vengono identificate.
“Sono finito in Romania perché volevo andare in Italia”, ha detto Sharif *, un ragazzo afghano di 17 anni arrivato in Romania a dicembre 2020. “Ho chiesto asilo, ma non ho nessuna speranza. Continuerò il mio viaggio. Ho lasciato il mio paese nel 2017. È stato un viaggio difficile. C’erano giorni in cui non avevo niente da mangiare o da bere, i miei vestiti erano sporchi ed ero quasi sempre in pericolo. Ho visto persone lottare per il cibo e rubare ad altri migranti. Tutto quello che volevo in quei momenti era essere a casa con i miei genitori, i miei fratelli e sorelle”, ha aggiunto.
Save the Children sostiene i minori con cibo, vestiti e prodotti per l’igiene come disinfettanti, mascherine e articoli di primo soccorso. L’Organizzazione gestisce anche programmi educativi e di sostegno psicosociale per aiutare bambini e adolescenti durante il loro soggiorno.
“La lotta quotidiana di un numero crescente di minori non accompagnati e di famiglie vulnerabili sta diventando una crisi invisibile. Centinaia di minori, compresi quelli senza genitori o accompagnatori, non ricevono un sostegno adeguato. Arrivano in Romania affamati ed esausti. Ne abbiamo incontrato molti feriti a causa del clima rigido, delle lunghe camminate e della mancanza di un’igiene adeguata. Questa sofferenza deve finire. I bambini hanno il diritto di essere protetti e di avere una vita dignitosa” ha dichiarato Gabriela Alexandrescu, presidente esecutivo di Save the Children in Romania.
“La Romania viene utilizzata principalmente come corridoio di transito dalla Serbia ai Paesi dell’Europa centrale e occidentale, aggirando il confine ben controllato tra Serbia e Ungheria”, ha affermato Bogdan Krasic del Balkans Migration and Displacement Hub di Save the Children, un’iniziativa nata per analizzare le tendenze migratorie nei Balcani. “Secondo alcune testimonianze raccolte da Save the Children in Serbia e Bosnia-Erzegovina, rifugiati e migranti stanno sempre più utilizzando la rotta rumena per eludere i violenti respingimenti sull’altra importante rotta della regione, quella che attraversa il confine tra Bosnia-Erzegovina e Croazia”.
Save the Children esorta le autorità rumene a garantire che le persone, in particolare i più piccoli, abbiano accesso a un’accoglienza di qualità, anche aumentando l’attuale capacità di accoglienza e migliorando i servizi di base, concentrandosi sui minori che viaggiano da soli, sulle famiglie e sugli altri gruppi vulnerabili. Per i minori deve essere disponibile un’adeguata assistenza alimentare e psicosociale sin dal primo giorno di arrivo.
Save the Children Romania sostiene i minori richiedenti asilo e rifugiati, compresi quelli non accompagnati e separati, fornendo servizi diretti dentro e fuori i centri di accoglienza. Inoltre, fornisce assistenza a genitori e adulti vulnerabili (donne incinte, disabili, famiglie monoparentali, anziani).
In Serbia nel 2020 sono state raccolte oltre 13.000 testimonianze di respingimenti irregolari dalla Romania (UNHCR). Il numero di respingimenti segnalati dalla Romania è cresciuto progressivamente fino al 2020, in correlazione all’aumento dei movimenti e al numero di arrivi nel Paese. Non sono disponibili dati sui respingimenti all’interno del territorio rumeno.
* Nome cambiato per proteggere l’identità del minore