Ritrovamenti archeologici giganti straordinari in Canada. Nella regione dello Yucon, un paio di settimane fa è stato ritrovato il cucciolo di un mammut lanoso. Non è la prima volta che un esemplare del genere viene alla luce: nel 2007 era avvenuto un ritrovamento simile in Siberia.
Ritrovamenti archeologici giganti: il mammut lanoso
Ha ancora pelle e capelli il cucciolo di mammut emerso in Canada due settimane fa. Il congelamento ha, infatti, contribuito a una conservazione ottimale dell’esemplare. La scoperta è avvenuta a opera di minatori in cerca di oro. A Eureka Creek, nei campi d’oro del Klondike, hanno scavato attraverso il permafrost e invece di trovare le ambite pepite si sono trovati di fronte un cucciolo di mammut lanoso. L’esemplare risalirebbe a circa 30.000 anni fa, all’ultima era glaciale. Dalle ricostruzione degli esperti vagava in quella zona insieme a cavalli, bisonti e leoni. Allontanatosi dalla madre, sarebbe rimasto impigliato nel fango. Lo strato di ghiaccio che lo aveva coperto fino a due settimane fa ha conservato perfettamente le parti più delicate: unghie, peli, capelli e perfino gli intestini. La popolazione del luogo le ha messo nome (il cucciolo è infatti una femmina) Nun Cho Ga che nella lingua locale significa “grande cucciolo di animale”.
Gli elefanti della preistoria
Vissuti nel Pleistocene, tra i 200.000 e i 5.000 anni fa, i Mammut lanosi appartengono alla famiglia degli elefanti, naturale evoluzione dei mammut delle steppe e ultima specie a estinguersi. Erano ricoperti da una folta pelliccia che li proteggeva dalle rigide temperature dell’inverno e provvisti di lunghe zanne. Nei maschi le zanne erano curve a spirale verso l’alto e all’indietro e potevano superare la lunghezza di 4 metri. Attraverso esse, i mammut spostavano i cumuli di neve per cibarsi dell’erba che vi era nascosta sotto. Le femmine invece avevano zanne più corte e meno curve. All’altezza delle spalle avevano una sorta di gobba simile a quella dei cammelli che fungeva da deposito di grasso: le scorte per l’inverno.
Nel freddo della Siberia
Un ritrovamento simile era già avvenuto nel 2007 nei ghiacci della Siberia. Un pastore di renne nella penisola di Yamal, ritrovò un cucciolo di mammut di cinque mesi lungo 130 centimetri e pesante una cinquantina di chili. Anche in questo caso un esemplare femmina, battezzata Ljuba, che secondo le ricostruzioni degli esperti doveva essere morta dopo la caduta in un crepaccio nei pressi del fiume. Il permafrost ha permesso anche i questo caso una conservazione ottimale. Agli occhi degli studiosi apparve, infatti, intatto con tanto di pelle. Ai tempi in cui vissero, i mammut erano cacciati dagli uomini che si cibavano della loro carne e utilizzavano l’avorio delle loro zanne. Questa contingenza e l’innalzamento delle temperature probabilmente furono le cause della loro estinzione.