Il 2021 potrebbe essere un anno non proprio roseo dal punto di vista economico visto che la rivista The Economist nel suo report lancia un preoccupante alla allarme ovvero quello dell’inflazione alle porte. Quali potrebbero essere le cause ma soprattutto le conseguenza dell’inflazione in questo periodo così delicato?
Inflazione alle porte, il rischio secondo il report del The Economist
Il rischio, secondo lo storico settimanale americano The Economist, c’è e non è da sottovalutare. Un dibattito, quella sull’alta inflazione, che si sta infiammando ma quali potrebbero essere le cause di questa possibile situazione economica?
- i prezzi all’interno della zona euro sono aumentati con un ritmo sempre più alto negli ultimi cinque anni
- la paura che lo stimolo da 1,9trn di dollari previsto dal neo presidente Joe Biden possa surriscaldare l’economia
- l’aumento fino al 180% del costo degli spazi agli interni dei container delle navi
- una carenza di semiconduttori causata dal boom di quest’anno della domanda di attrezzature tecnologiche
- una produzione di automobili, computer e smartphone che arranca
Insomma, una serie di fattori che messi insieme vede il “The Economist” fare una previsione tutt’altro che rosea della situazione economica mondiale. Il famoso e storico settimanale americano, infatti, scrive di come l’aumento dell’inflazione sia alle porte ed accade nel periodo storico forse peggiore di tutti. Potrebbe accadere nell’anno della probabile ripartenza, quello che deve dare il via al ritorno sui giusti binari economici e produttivi.
Le conseguenza di un’alta inflazione
Che danni, però, l’inflazione potrebbe portare? I danni maggiori, secondo il The Economist, potrebbero realizzarsi in America. Una prima conseguenza potrebbe essere l’aumento dei prezzi delle vari merci prodotte. Un aumento dei prezzi porta di conseguenza ad una flessione verso il basso del potere d’acquisto del consumatore che con la stessa cifra che in media spende (ad esempio per fare la spesa) potrebbe comprare meno prodotti e merci. In difesa dei consumatori americani potrebbe arrivare la Federal Reserve che ha promesso di mantenere bassi i tassi d’interesse e di continuare a comprare obbligazioni perché vuole che l’inflazione superi il suo obiettivo del 2%, per compensare le mancanze di oggi. Ma il suo nuovo regime di “inflazione media mirata” non permette un superamento duraturo o ampio. Alla fine la banca centrale vorrà alzare i tassi d’interesse per riportare l’inflazione verso il basso.