Basta appena l’odore dell’alcol per far cadere una persona in tentazione e, peggio ancora, nel vizio. A dirlo un nuovo studio condotto dai membri della Edge Hill University, nel Regno Unito, e pubblicato sulla rivista Psychopharmacology.
Secondo i ricercatori oltre a questioni genetiche, alla tolleranza individuale e alle varie esperienze personali risalenti all’infanzia, si aggiunge ai fattori rischio anche il senso dell’olfatto. Lo studio è stato condotto mediante dei computer, ed ai partecipanti è stato chiesto di indossare una maschera con l’odore di alcol, o una maschera che profumava di agrumi,senza odore di alcol. I partecipanti sono stati quindi invitati a premere un pulsante quando appariva sullo schermo la lettera K o la foto di una birra.
I ricercatori hanno misurato il numero di volte in cui i partecipanti hanno premuto il tasto in modo scorretto, provocando un ‘falso allarme’, ed hanno constatato che i “falsi allarmi”, che indicano una riduzione della capacità da parte del soggetto di controllare il proprio comportamento, erano più numerosi per coloro che indossavano la maschera trattata con l’alcool. Il team di ricerca inglese, con a capo la dottoressa Rebecca Monk, ha sottolineato che la tentazione di bere aumenta in base alla situazione in cui ci troviamo, ma, come spiegano gli autori dello studio questa ricerca è un primo tentativo di esplorare altri trigger, come l’olfatto, che potrebbero interferire con la capacità delle persone di astenersi dall’assumere un particolare comportamento.
Per esempio, durante l’esperimento sembrava che solo l’odore di alcol rendesse, per i partecipanti, più difficile controllare il loro comportamento e smettere di premere il pulsante. Come sottolinea altri coautori della ricerca, come il dottor Derek Heim, si tratta di uno studio importante per arrivare a comprendere meglio le dipendenze e l’abuso di sostanze tossiche.