La Calabria e la Campania (dai dati del Centro per i diritti del Cittadino) sono le due regioni dove si muore di più per cure tardive o sbagliate, con l’81% dei casi di malasanità che si concludono col decesso del paziente. Il dato pare confermato dalle conclusioni della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli errori in campo sanitario che nel quinquennio 2009-2012 ha registrato 570 denunce per malasanità, di cui 117 in Sicilia, 107 in Calabria, 37 in Campania, 36 in Puglia ed Emilia-Romagna. “La Campania in particolare” si legge nel rapporto di Codici “è una delle regioni che è più a rischio di tutte: tagli al personale, posti letto carenti, chiusura di ospedali e l’utilizzo di sedie a rotelle in mancanza delle barelle”. Il Censis, con dati riferiti al 2014, scrive che il 41,7 per cento degli italiani rinuncia a curarsi per le liste d’attesa troppo lunghe. E’ in questo contesto “problematico” che si innesta una giornata (giovedì 29 giugno dalle 8 del mattino) che l’ANAAO, la FADOI e l’AME dedicano alla formazione per offrire a tutti gli operatori sanitari, indipendentemente dal ruolo e dall’ambito professionale, un’opportunità di crescita nell’ambito della gestione del rischio clinico.
“Il sistema di gestione del rischio clinico – spiega il segretario regionale ANAAO, Bruno Zuccarelli – è per noi una condizione imprescindibile per un sistema sanitario più sicuro ed efficiente. La sicurezza dei pazienti è uno dei fattori determinanti la qualità delle cure ed è uno degli obiettivi prioritari che il Sistema Sanitario Nazionale deve porsi”. La comprensione delle criticità nell’organizzazione sanitaria è il presupposto per lo sviluppo di interventi efficaci nella riduzione del rischio clinico.
“Oggi – aggiunge il responsabile scientifico Vincenzo Nuzzo – l’apertura dell’Ospedale del Mare, dotato di tecnologie all’avanguardia che consentono un’assistenza sanitaria di alta qualificazione e specializzazione che vede anche nuove assunzioni che la regione Campania si è impegnata ad avviare, si pone, in questo scenario critico, come una risposta significativa al bisogno della salute dei cittadini campani e alla riduzione del rischio per gli operatori della salute. L’Ospedale del Mare, con una efficace programmazione sanitaria, si impegna a diventare un polo di eccellenza e una struttura di riferimento per tutto il panorama della sanità campana che finalmente può farle cambiare rotta e farla uscire da questo contesto problematico”.