“RISCETAMENTO”, un neologismo evocativo ed energetico appare sulla nostra pagina feisbuchiana e immediatamente ci conquista e ci incuriosisce. Sa di Rinascimento e di “scetate, scetatev’ uagliù che è questo il momento”. E noi ne vogliamo, ne dobbiamo sapere di più! L’autore è Luca Delgado, scrittore, drammaturgo e insegnante di lingua e letteratura inglese, nato a Napoli nel 1979, laureato presso l’University of Roehampton e vissuto in mezzo mondo: New York City, Londra, Sanremo, Edimburgo, Parigi, Roma, Dublino e rientrato, infine, a Napoli dove vive e lavora e vuole restare. Questa generazione di trentenni, preparati, liberi da ideologie e positivi, ci salverà? Non ci resta che conoscerlo e ci incontriamo nel centro storico, al caffè Gambrinus, per un’inervista. Grande la curiosità…
“Napoli è Riscetamento” è il suo “slogan” ed esprime certezza, come è nato e chi coinvolge?
E’ nato dalla constatazione che in questo momento storico tanti sono i fattori e le persone che tengono alle stesse cose e convergono verso un risveglio, un Riscetamento della città, un nuovo Rinascimento. Momenti rari nella storia e bisogna cogliere e diffondere questo sentire, coinvolgere, insistere e non resistere come ci viene chiesto da sempre.
Resistere logora noi, l’insistere logora gli altri, soprattutto coloro che, dai loro blog o testate, approfittano di ogni occasione per discreditarci in cambio di visibilità. Non concediamo loro la ribalta, non hanno nulla da “aggiungere”. Napoli fa sempre notizia e ascolti, è una carta che sfruttano a loro e non a nostro vantaggio. Ignoriamoli.
Napoli è una città dal passato importante, una ex capitale con un ricco patrimonio artistico e culturale e una bellezza da capogiro. Si riparte da quì?
Certamente, tutti dovremmo conoscere il passato della nostra città, esserne orgogliosi, lavorarci per alimentare cultura e turismo guardando al futuro, per riscattarci.
“Sii turista della tua città” è il giusto invito di un gruppo di giovani napoletani che si adopera per ripulire e migliorare fontane, scogli e luoghi loro affidati e affrancarli dall’abbandono e dal nostro disinteresse atavico per i beni pubblici. E’ questo lo spirito del Riscetamento. Di solito siamo ben lieti, in viaggio all’estero, di pagare spropositatamente per visitare luoghi non sempre degni di interesse. Facciamolo nella nostra città così ricca di chiese, musei, arte e palazzi storici. Napoli non è ancora il paese delle meraviglie ma può divenirlo, nonostante i tanti problemi che nessuno è stato in grado di risolvere fino in fondo. Ora è il momento di guardare alle nostre risorse, di essere positivi, di parecipare. Affolliamo, insieme ai tanti stranieri che ci scelgono, il centro storico e i monumenti ed abituiamoci alla loro presenza che porta lavoro e ricchezza, senza lamentarci per i piccoli disagi.
Essere positivi nei confronti della nostra città e dei concittadini non è una disposizione che sempre ci appartiene. Cosa ne pensa?
Paragonando Napoli ad una succulenta ciambella direi che siamo più portati a vederne il buco piuttosto che quello che lo circonda! Forse siamo così abituati alla bellezza che non ci facciamo più caso e se giriamo per la città quel che notiamo sono appunto le buche.
Come napoletani siamo troppo attenti alle disparità a livello sociale, ci dividiamo perchè siamo creativi ed anarchici e rifiutiamo chi non gradiamo. Non possiamo più pensare di essere napoletani migliori di altri. Io sono il napoletano dei quartieri e di Posillipo. Ci deve unire lo stesso sentimento di appartenenza e di orgoglio.
Vantiamo una serie di primati invidiabili, la prima università, il primo conservatorio, la prima scuola di danza, la prima ferrovia e via dicendo. Tutto il mondo conosce la nostra musica, il nostro teatro, i nostri artisti. Abbiamo capacità in campo medico e imprenditoriale e le espriamo anche all’estero. Fa rabbia che si debba far “rumore” solo per cose negative. E’ il momento di parlar bene della città anche a costo di essere presi in giro per campanilismo e, soprattutto, di dare il buon esempio. Il comportamento positivo è contagioso più delle parole.
Riscetamento ha un consistente seguito su FB e, dietro sua richiesta, le vengono inviate testimoianze di corretti comportamenti cittadini. Come valuta il mezzo e come intende proseguire?
Il mio intento è quello di diffondere capillarmente attraverso FB il mio pensiero per convogliare tutte le energie positive utili ad alla trasformazione della città e Internet offre la possibilità di conoscere, confrontare, criticare. I ragazzi sono veloci in questo e sanno riconoscere e scegliere e riescono anche a non acettare modelli negativi. Viaggiano di più, navigano su internet, tutto questo li porterà ad essere i trascinatori di un vero cambiamento. Questo mi interessa e non altro. Da varie parti mi è arrivato l’invito a creare una sorta di movimento politico, ho declinato tali inviti, sono convinto che la politica vada fatta dai professionisti. Ho già subito attacchi e accuse ai quali ho risposto che non mi candido, non cerco visibilità. Vorrei essere inattacabile anche a costo di perdere la paternità del Riscetamento. Sono felice, invece, quando mi arrivano richieste di adozione del termine da altre città, da Catania per esempio, dove Riscetamento è diventato Riscetamentu.
E’ questa la strada.
– Siamo portati a pensare che le generazioni precedenti alla sua siano cresciute in un’epoca di maggiore speranza e possibilità, personali e sociali, di realizzazione e cambiamento e che ora viviamo in tempi più difficili. Quale il suo parere?
Speranza è un termine che evoca attesa, una sorta di freno, un deputare le cose agli altri. Noi siamo cresciuti nell’epoca degli scandali, del disincanto, della crisi senza punti di riferimento politici validi a cui affidare i nostri sogni. Nessuno in grado di promettere e realizzare per noi, o ti davi da fare o niente. Ci siamo mossi in prima persona, abbiamo viaggiato, studiato e lavorato all’estero e chi è rientrato non è disposto ad accettare lo stato delle cose, si adopera spontaneamente per cambiarle senza affidare ad altri il compito. E le generazioni a venire faranno ancora meglio, ne sono convinto.
Studiare e lavorare in altri paesi le ha dato la possibilità di conoscere e confrontare diversi stili di vita e caratteri dei popoli…cosa ha compreso?
In alcune città è facile inserirsi, non ero nostalgico ma ho meglio compreso il carattere di noi napoletani. In alcuni luoghi puoi sentirti alieno o invisibile e allora apprezzi meglio il nostro vivere sociale, il sapersi guardare negli occhi. Abbiamo ancora un forte senso di identità, riti che ci accomunano, come il metterci a tavola, la domenica, tutti alla stessa ora e sentire dalle finestre aperte il rumore delle stoviglie nel silenzio delle strade.
Il nostro modo di fare è spesso scambiato per invadenza, da noi non passi inosservato, non c’è indifferenza per l’altro soprattutto se stravagante. Amiamo scherzare, “pazziare”, un pò come i bambini. La definizione di città “teatro a cielo aperto” deve pur avere un fondamento. E la città è viva, abitata ancora da napoletani a differenza di altre il cui centro storico si è svuotato degli abitanti per far posto a pensioni e B&B.
E i disagi, i problemi di Napoli ?
Tanti vivono il disagio economico e i problemi atavici della criminalità organizzata e mai nessun primo ministro ha chiaramente espresso la volontà di combatterla. Non basta dire “no alla violenza”, io credo in una politica di cura delle cose per dare fiducia e senso civico ai giovani. Nelle scuole i tetti crollano, ci sono perdite d’acqua e questa incuria induce i ragazzi a pensare che lo Stato non si interessa di loro e loro non si interesseranno dello Stato. E fuori la nostra immagine è sempre legata all’illegalità e alla noncuranza ma nelle classifiche delle città più violente e pericolose Napoli non risulta tra le prime. Qualsiasi cosa si dica di noi c’è sempre qualcuno che si sente in dovere di affermare che a Napoli, nonostante tutto, ci sono tante persone oneste, anche se si sta parlando di spazzatura. E’ un clichè duro a morire. Sottraiamoci ad inutili confronti, impegnamoci personalmente nel rispetto delle regole e nella cura dele cose. Partecipiamo al “RIscetamento.