Il riscaldamento domestico ha i giorni contati, almeno per la stagione in corso. In queste settimane scatta, infatti, lo spegnimento degli impianti di riscaldamento centralizzato nei condomini secondo il calendario stabilito per le diverse zone climatiche. I primi termosifoni sono stati spenti il 7 marzo mentre gli ultimi lo saranno il 15 aprile.
Le zone climatiche in Italia
Come sappiamo il periodo di erogazione del riscaldamento domestico e le ore di accensione in una giornata non sono uguali in tutte le regioni. Il nostro Paese, infatti, è suddiviso in zone climatiche così come disposto dal D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993. Nello specifico le zone climatiche sono sei:
- Zona A: comuni con gradi-giorno inferiori a 600;
- Zona B: comuni con gradi-giorno tra 600 e 900;
- Zona C: comuni con gradi-giorno tra 901 e 1400;
- Zona D: comuni con gradi-giorno tra 1401 e 2100;
- Zona E: comuni con gradi-giorno tra 2101 e 3000;
- Zona F: comuni con gradi-giorno superiori a 3000.
All’interno di questo sistema la zona A è la più calda, la F la più fredda. La differenza tra le zone, come si vede, è calcolata per comuni e non per regioni. Può capitare così la presenza di diverse zone climatiche all’interno della stessa regione e addirittura nella stessa provincia. Per fare un esempio, la Sicilia è divisa in ben quattro zone climatiche: le fasce costiere appartengono alla zona B, seguono le zone a bassa altitudine che afferiscono alla zona C mentre le zone interne appartengono alla zona D. Una piccola porzione in corrispondenza del vulcano Etna segue la zona E.
Come si calcolano le zone climatiche
La zone climatiche si definiscono tramite un sistema di gradi-giorno (GG o gr-g). I gradi-giorno sono il risultato della somma, in tutti i giorni dell’anno, della differenza (solo quella positiva) tra la temperatura dell’ambiente interno (fissata per convenzione a 20°C) e la temperatura media esterna giornaliera. Si deduce che più la temperatura sia avvicina ai 20° più basso sarà il risultato del calcolo, di conseguenza minore sarà l’esigenza di riscaldamento.
Riscaldamento domestico: il calendario per lo spegnimento
Il decreto 412 stabilisce che nella Zona:
- A si accendono per sei ore al giorno dall’1 dicembre al 15 marzo,
- B sono accesi per otto ore dall’1 dicembre al 31 marzo,
- C si accendono per dieci ore dal 15 novembre al 31 marzo,
- D i termosifoni sono accesi 12 ore al giorno dall’1 novembre al 15 aprile,
- E per 14 ore dal 15 ottobre al 15 aprile,
- F non c’è invece nessuna limitazione.
Tali disposizioni possono subire dei cambiamenti a seconda dell’andamento della stagione. Se il freddo finisce in anticipo gli impianti si possono spegnere in anticipo, se prosegue oltre la data prevista per lo spegnimento si proroga.
Quest’anno la Zona E, della quale fanno parte città come Milano, Bologna e Trieste, ha spento i termosifoni il 7 aprile. Altrettanto dicasi per la Zona D che conta, tra le altre, Roma, Genova e Savona. La Zona C, parliamo cioè di città come Napoli, Salerno, Taranto e Cagliari, i riscaldamenti sono già stati spenti il 23 marzo. Nella stessa giornata sono stati spenti anche i riscaldamenti nei comuni appartenenti alla Zona B: Palermo, Siracusa, Reggio Calabria tra le altre. I comuni appartenenti alla Zona A, Porto Empedocle e Lampedusa per fare alcuni esempi, hanno spento i riscaldamenti il 7 marzo: un mese prima rispetto alla Zona E. Nessuna segnalazione per i comuni appartenenti alla Zona F, vale a dire i comuni alpini. Il Comune di Vicenza, appartenente alla Zona E, ha deciso di prorogare la data per lo spegnimento degli impianti di riscaldamento al 15 aprile.
In copertina foto di Thomas Breher da Pixabay