Ripartire. Rinascere. Sono parole che, in questi giorni, si susseguono senza sosta in ogni dove. Nel settore agroalimentare, ma non solo, una possibile soluzione è fare rete: dal campo al ristorante. Proprio la rete dei 540 cuochi dell’Alleanza, uno dei più importanti progetti di Slow Food, ha lanciato l’appello Ripartiamo dalla terra per chiedere al Governo e agli enti territoriali di sostenere con iniziative concrete la migliore agricoltura d’Italia e la ristorazione di qualità.
L’appello, già sottoscritto da 2500 cuochi, contadini, allevatori, artigiani e cittadini, è aperto alla firma di tutti coloro che credono in un futuro basato sulla cura dei territori, sui saperi delle comunità, sul piacere della condivisione.
Le attività di ristorazione e i produttori di piccola scala in crisi
Secondo recenti dati di Unimpresa, il 30% delle attività commerciali di vendita al dettaglio e somministrazione a giugno non avrà le condizioni economiche per ripartire e non riaprirà. Nella ristorazione, in particolare, non si sa ancora bene cosa accadrà alla riapertura: è un settore terribilmente in crisi.
E proprio da alcuni esponenti di questo settore arriva la richiesta forte di maggiore attenzione a tutto il settore agricolo e alimentare, consapevoli che oltre ai ristoratori e al loro personale, sta andando in crisi anche tutto un mondo di produttori virtuosi di piccola scala, inclusi quelli supportati e messi in rete dai progetti di Slow Food (Presìdi, Mercati della Terra, Comunità di produttori, le reti Slow Beans e Slow Mays, e altre).
Tutti questi produttori riescono a mantenere un tipo di produzione fatto di cura e rispetto per la terra e per chi la lavora anche grazie al rapporto privilegiato con la migliore cucina del nostro paese, che ai loro prodotti attinge a piene mani. Oggi questi produttori registrano cali che arrivano fino al 60% del proprio fatturato in conseguenza della prolungata chiusura dei ristoranti.
Credito d’imposta: iniziative concrete a sostegno della filiera
I cuochi dell’Alleanza che hanno lanciato l’appello riconoscono l’importanza delle richieste fatte dalle associazioni di categoria, ma hanno voluto evidenziare un elemento in più, la forza del dialogo interno alla filiera
La rete dei cuochi e Slow Food sono consapevoli del ruolo centrale che possono avere le istituzioni per sviluppare iniziative a sostegno di chi genera economie e benessere per tutta la comunità e non solo per la propria impresa. Per chi acquista prodotti di agricoltori, allevatori e artigiani del proprio territorio.
Perché i veri nemici da combattere nel post pandemia saranno ancora la perdita di biodiversità, l’erosione del territorio, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, l’impoverimento della fertilità nei nostri terreni, la cementificazione, l’abbandono delle aree rurali e dei piccoli borghi, lo spreco alimentare, lo sfruttamento del lavoro, l’indifferenza per chi produce con attenzione alle ragioni e ai tempi della natura e l’individualismo, che fa prevalere l’io sul senso di comunità.