Nel mese della riapertura delle scuole e della ripartenza di molte attività lavorative, in oltre venti città di tutta Italia volontarie e volontari di Greenpeace si stanno attivando per denunciare i problemi della mobilità locale. Indicando soluzioni per contribuire a rendere le città sostenibili e rispettose del clima e della salute delle persone.
A Roma volontarie e volontari dell’organizzazione ambientalista sono intervenuti a Lungotevere Aventino, allestendo un simbolico cantiere di Greenpeace, per chiedere che si realizzino ciclabili secondo un piano organico che garantisca connessioni tra le varie piste e possibilità di intermodalità con altre forme di mobilità sostenibile, al fine di essere veramente utili e fruibili per la mobilità cittadina e garantendone l’utilizzo in piena sicurezza tramite opportuni cordoni ed elementi separatori dalle altre corsie.
Durante l’attività di denuncia, hanno aperto uno striscione con il messaggio “Città per le persone non per le auto”.
In Italia ci sono più di 64 auto ogni 100 abitanti. Sebbene queste rimangano inutilizzate per più del 90 per cento del tempo. Ciò si riflette su come sono concepiti gli spazi delle città. Normalmente piene di strade e parcheggi pensati per il traffico veicolare privato, e con alternative di mobilità sostenibile ancora poco sviluppate nel tessuto urbano.
«Investire su modelli di mobilità “auto-centrici” significa togliere risorse alle alternative non inquinanti. Per questo le amministrazioni locali devono ripensare il modo in cui le persone si spostano nelle città, che sono al tempo stesso i luoghi con il più alto livello di emissioni di gas serra e quelli con i più gravi problemi di inquinamento atmosferico e problemi di salute connessi», dichiara Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia.
«In questo momento delicato di ripartenza del Paese nella fase post-Covid non possiamo rimanere ancorati alle soluzioni del passato. Gli amministratori locali devono essere lungimiranti e costruire ora la mobilità del futuro, fatta di trasporto pubblico efficiente, infrastrutture per la mobilità ciclistica e pedonale, sistemi di sharing elettrico, trasporto intermodale e spazi progettati per la vita e il benessere delle persone», conclude Spadini.
Nei mesi scorsi le città hanno adottato provvedimenti per la mobilità sostenibile. Ad esempio, attraverso la diffusione di bike lane provvisorie, ma misure del genere non sono sufficienti. Soprattutto se non si risolvono le criticità strutturali delle città italiane. Per questo Greenpeace ha lanciato la campagna #RESTART, per chiedere che i fondi pubblici per la ripartenza siano investiti per riprogettare le nostre città.