(Adnkronos) – Acqua, Sole e vento, l’Italia accelera nello sviluppo delle energie rinnovabili. Ma occorre fare ancora di più per raggiungere i target di decarbonizzazione. Renato Mazzoncini, ad di A2A, racconta all’Adnkronos a margine di Ecomondo, salone della green economy fino al 10 novembre nel quartiere fieristico di Rimini, lo stato di avanzamento del Paese sul fronte delle rinnovabili. “Negli ultimi 18 mesi l’Italia ha molto accelerato sulle energie rinnovabili – dice – Nel gennaio del 2022 abbiamo installato 100 MW in un mese, nel giugno del 2023 siamo arrivati a 500, quindi abbiamo fatto x5 in 18 mesi.
È una velocità sufficiente? Non ancora, dobbiamo riuscire ad arrivare a 800, quindi dovevamo fare x8. Però l’accelerazione è evidente ed è molto importante quello che si sta facendo”. Guardando al futuro, “dobbiamo arrivare a un 2050 decarbonizzato, il primo giro di boa è al 2030. A2A oggi fornisce circa il 10% di energia al Paese e quindi per la sua parte contribuisce, sviluppando nuovi parchi solari e nuove energie eoliche. Oltre a essere un grande produttore di idroelettrico che oggi fa ancora il 42% dell’energia rinnovabile del paese; dopo la Norvegia e la Francia siamo i terzi produttori di energia idroelettrica d’Europa”.
Velocizzare, dunque, ma come? “Dobbiamo semplificare ancora un po’ il processo autorizzativo e dobbiamo fare una selezione qualitativa dei progetti che vengono presentati. Oggi troppi soggetti improvvisati stanno di fatto congestionando le domande di autorizzazione per impianti utility scale. Quindi se vogliamo andare un po’ più veloci dobbiamo fare un po’ di selezione dei progetti dal punto di vista tecnico e finanziario”.
Qual è il mix ideale per il Paese? “L’Italia ha un ottimo bilanciamento tra acqua, Sole e vento perché nel nord d’Italia abbiamo tanta acqua con le Alpi e tanto Sole, nel centro Italia abbiamo tanto Sole e abbastanza vento, nel Sud tanto Sole e tanto vento. Quindi dobbiamo usare tutte le tecnologie”.
“L’idroelettrico – conclude – è già molto sviluppato ma abbiamo stimato 15 miliardi di investimenti per poter fare revamping degli impianti costruiti nella prima metà del ‘900, mentre su solare ed eolico gli sviluppi devono ancora continuare con un ritmo più sostenuto di quello tenuto fino ad oggi”.
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