Aurelio Gatti porta al Teatro Bellini Ring Parabel, l’originalissimo lavoro che ha presentato lo scorso agosto all’ombra del Tempio di Hera, a Selinunte.
La storia è ispirata alla parabola dell’anello raccontata in Nathan il Saggio di Lessing e nel Decameron di Giovanni Boccaccio. Vi si narra che l’Ebreo Nathan, alla domanda su quale sia la vera religione, risponde con la parabola dei tre anelli identici, simboleggianti le tre grandi religioni monoteistiche – Cristianesimo, Islamismo ed Ebraismo – che sono copie dell’unico vero anello andato smarrito. È, dunque, una metafora dei tre grandi monoteismi ma anche una dura riflessione sugli inutili e pericolosi fondamentalismi e integralismi religiosi, culturali e sociali. Lo spettacolo, dunque, in forma di teatro danza, affronta un tema di grande attualità: quello dell’integralismo e dei conflitti che questo genera.
L’opera composta da Gloria Bruni ed orchestrata da Lauro Ferrarini, nella messinscena di Aurelio Gatti vede sul palco Sebastiano Tringali e sette danzatori. Recha, il Saladino, Nathan e tutti i personaggi della parabola nascono dalla scena e si susseguono, si incontrano e si scontrano in continuazione, costretti in perimetri che sembrano immutabili mentre il canto, la musica e la danza suscitano e aprono infinite prospettive.
Un ambizioso progetto di coproduzione italo/tedesco che attraverso la poetica di Boccaccio e di Lessing mescola teatro, danza e musica per toccare temi attuali e dirompenti.