Il rigassificatore GNL di Piombino si farà. Il governatore della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha autorizzato la realizzazione dell’impianto nel porto. Giani, lo ricordiamo, è il commissario straordinario del governo per l’opera e ha firmato l’autorizzazione nonostante le proteste della popolazione locale. Gli abitanti di Piombino, infatti, sono contrari al rigassificatore per le sue implicazioni ambientali mentre il consiglio regionale lo considera fondamentale per l’indipendenza energetica del Paese dalla Russia. Per capire cos’è un rigassificatore e perché non è accettato dalle comunità dobbiamo fare un passo più in là.
Rigassificatore GNL: come funziona
Dobbiamo spingerci in mare aperto in prossimità delle piattaforme di estrazione del gas. In questi siti, il gas che viene estratto si trova, appunto, allo stato gassoso. Per poter essere trasportato a bordo di navi dedicate, viene ridotto allo stato liquido. La nave carica di gas compie il suo lungo viaggio e alla fine attracca. Presso il porto di attracco, la nave riversa il gas liquido che ha trasportato nel rigassificatore che lo riporta, appunto, allo stato gassoso. Il gas viene quindi trasferito nel metanodotto attraverso il quale si provvede ad approvvigionare la rete nazionale.
I rigassificatori si classificano in due tipologie:
- offshore: l’impianto viene realizzato in mezzo al mare. Le navi riversano il gas liquido nell’impianto che, una volta rigassificato il liquido, lo immette nella rete nazionale attraverso un gasdotto sottomarino.
- onshore: L’impianto è installato su tratti costieri, in genere in prossimità di porti. La nave scarica il gas in apposite cisterne interne alla struttura.
Rigassificatore sì o no
In Italia abbiamo già 3 rigassificatori. Il più grande, offshore, porta il nome di Terminale GNL Adriatico e si trova al largo di Porto Levante, frazione di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Il più vecchio (risale agli anni Settanta) si trova a Panigaglia, nel golfo di La spezia (onshore). Il terzo è una grande nave con una capacità annuale di 3,7 miliardi di metri cubi al largo nel mare tra Pisa e Livorno. L’impianto appena autorizzato nel porto di Piombino, in Toscana, invece sarà della tipologia onshore. L’impianto sarà cioè realizzato in corrispondenza del porto e la sua presenza modificherà sensibilmente il paesaggio.
Questo è uno dei motivi per i quali gli abitanti di Piombino, guidati dal sindaco, si sono opposti al progetto. I cittadini temono inoltre la pericolosità dell’impianto che ospita un gas altamente infiammabile. Eventuali incidenti potrebbero avere conseguenze devastanti su ampie porzioni di territorio. Di contro, sostiene il consiglio regionale che ha approvato il progetto, la fornitura di gas che sta per arrivare aiuterà l’Italia a svincolarsi dal gas russo.
Golar Tundra
La prossima primavera, infatti, è in arrivo la nave rigassificatrice Golam Tundra acquistata da Snam. Sosterà presso la banchina est del porto per un massimo di tre anni. In un secondo momento sarà spostata su una piattaforma offshore, al largo del golfo di Follonica dove svolgerà la sua attività per i prossimi 22 anni. Ha una capacità di stoccaggio di 170mila metri cubi di Gnl mentre la sua capacità di rigassificazione si aggira intorno ai cinque miliardi di metri cubi all’anno. Una quantità che ricopre circa il 6,5% del fabbisogno nazionale di gas. La costruzione del rigassificatore in tempi brevi sarà possibile grazie a procedure velocizzate che, tra l’altro, dispensano dall’obbligo di effettuare una valutazione di impatto ambientale.