Nessuno vuole il rigassificatore GNL in casa propria. Abbiamo affrontato l’argomento lo scorso anno in un articolo in cui abbiamo raccontato le proteste della comunità e delle istituzioni locali di Piombino. Continuiamo a raccontare oggi il dissenso di un’altra comunità: quella savonese. Uno scomodo testimone quello che due tratti di costa, due località già “sacrificate”, si sono passati. Mentre gli addetti ai lavori garantiscono il paesaggio, la domanda che emerge è: dov’è la transizione ecologica?
Rigassificatore GNL: il progetto
Secondo quanto illustrato dai vertici SNAM, la principale azienda per la distribuzione del gas in Italia, la Golar Tundra, la nave rigassificatrice sarà in funzione per 20 anni. I primi tre sarà al largo di Piombino (dov’è già), mentre a partire dal 2026 sarà trasferita al largo di Vado Ligure dove rimarrà per 17 anni. Parliamo di un rigassificatore offshore, posizionato, cioè, al largo. Si troverà a 4 chilometri dalla costa ligure anche se dovrà essere dotato di una condotta sottomarina lunga 4,2 chilometri che raggiungerà la terraferma e di altri 30 chilometri di gasdotto che interesseranno la zona dell’entroterra corrispondente alla bassa Valbormida.
La Golar Tundra tratterà circa 5 miliardi di metri cubi di gas l’anno apri a circa il 7% del fabbisogno nazionale.
La protesta della comunità locale
Ai numeri appena citati vanno aggiunti altri di tutt’altro tenore. Il tratto di costa che sarà interessato dal rigassificatore ospita il 33% del pil turistico balneare della Liguria. Se infatti i vertici SNAM assicurano che la nave sarà posizionata in un tratto di mare dove sono già posizionate altre navi, la comunità locale ricorda che quello stesso tratto di mare è considerato il santuario dei cetacei grazie alla massiccia presenza di delfini.
Così gli abitanti del luogo, insieme ad associazioni di vario genere, si sono costituiti in comitato e mobilitati per manifestare il proprio no al “mostro del gas”. La voce è corsa sui social e in pochi giorni, dopo un incontro coi tecnici, si sono uniti in una catena umana sulle spiagge tra le più frequentate della regione. 15 chilometri di catena umana da Albissola a Spotorno passando per Quiliano (dove dovrebbe essere creata la struttura di supporto al gassificatore), Vado Ligure, Bergeggi e Savona.
Cosa accadrà
Anche a Vado Ligure, come a Piombino, i cittadini si sono mostrati apertamente contrari a ospitare il gassificatore in totale opposizione con le amministrazioni regionali che invece accolgono il progetto nella prospettiva di diminuire sempre di più la dipendenza dal gas russo.
C’è chi, tra i manifestanti, fa notare che è un diritto dei cittadini essere coinvolti in decisioni che riguardano l’ambiente poiché rientrano nella sfera della salute pubblica. Chi invece fa notare che la scelta del sito in cui posizionare il gassificatore è un luogo già “sacrificato” da un punto di vista ambientale. Una scelta che va a sciogliere anche la minima speranza di un recupero. Senza considerare che strutture di questo genere non aiutano per niente quel cammino tanto atteso dall’Unione europea che si chiama transizione ecologica.
In copertina foto di Simone Sasso da Pixabay