Dopo svariati anni dalla prima proposta, che secondo la ministra Valeria Fedeli risaliva addirittura al 2013, il Governo ha approvato una nuova e sconvolgente riforma scolastica: cento istituti superiori ridurranno la propria durata dai canonici cinque anni a quattro. La maggioranza delle scuole coinvolte nel progetto è del nord, circa quarantaquattro, al centro sono invece ventitré e al sud trentatré.
Sono stati soprattutto i licei i primi ad aderire, settantaquattro, mentre gli istituti tecnici e professionali sono ventisei e gli istituti paritari ventisette. Sarà possibile prenotarsi dal 16 Gennaio 2018 e le classi saranno di un massimo di venticinque studenti l’una. Nel caso in cui ci fosse una richiesta superiore alla disponibilità, le varie strutture dovranno specificare le caratteristiche richieste per essere selezionato.
Non è però una vera e propria novità in quanto, in Italia, ben dodici istituti avevano già sperimentato questa particolare formula. Il Ministero dell’Istruzione ha poi curato ogni dettaglio: i vari programmi sono stati aggiornati e ovviamente ridotti, però è ugualmente confermato sia il progetto Clil ovvero una materia è spiegata in lingua straniera sia l’alternanza scuola lavoro. Ma quali sono i concreti vantaggi di questo progetto? E quali sono invece i contro?
Una logica risposta alla prima domanda è legata al problema tempo. Infatti, essendo ridotti gli anni, si può iniziare prima l’Università o intraprendere una carriera lavorativa. In particolar modo gli iscritti agli istituti professionali ne traggono vantaggio in quanto possono dedicarsi prima a un impiego. I programmi, spesso criticati per la loro eccessiva lunghezza e ripetitività, saranno dimezzati e resi più accessibili. Inoltre saranno introdotte nuove materie, sia pratiche come laboratori multimediali sia teoriche come Diritto e Storia dell’Arte. Infine i vari iscritti saranno molto più motivati poiché dovranno impegnarsi il doppio per riuscire a coordinare e a sopportare tutto il peso scolastico.
Il primo contro è sicuramente la riduzione delle cattedre. Il taglio sarebbe veramente consistente, circa decine di migliaia di professori. Poi, pur essendo i nuovi programmi ben mirati, molti studenti ritengono difficoltoso seguire un ritmo e una routine così pesante. Per arrivare, dopo solo quattro anni, a quasi tutti gli obiettivi che si raggiungono solitamente in cinque anni bisognerà impegnarsi molto più duramente. Un altro punto a sfavore è legato all’alternanza scuola lavoro: secondo il Ministero dell’Istruzione per i cento istituti scolastici i ragazzi dovrebbero dedicarsi alle ore obbligatorie lavorative nei mesi di vacanza ovvero a Dicembre e tra Giugno e Luglio. Sembra quindi difficile coordinare il peso del programma e l’assenza di pause dallo studio.