Il 1° gennaio 2020 è entrata in vigore la riforma della prescrizione, uno dei provvedimenti contenuti nella più ampia riforma della giustizia penale presentata dal ministro Alfonso Bonafede. La proposta non ha mancato di attirare aspre polemiche da parte di quanti contrappongono alla dichiarata volontà del ministro pentastellato di abbreviare i tempi della giustizia la garanzia dei diritti costituzionali e, mentre avvocati e magistrati protestano, un’altra diatriba, su un tema altrettanto caldo della giustizia si consuma tra due noti giornalisti: Gaia Tortora e Marco Travaglio.
Cosa è successo tra Gaia Tortora e Marco Travaglio
Il 23 gennaio Lilli Gruber nel suo noto programma “Otto e mezzo” ha ospitato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per discutere della riforma della giustizia penale da lui presentata lo scorso anno. La discussione con gli ospiti in studio ha toccato, tra l’altro, il tema caldo degli errori giudiziari, 27.000 i casi appurati dal 1992 al 2018. Prendendo spunto da questa conversazione il 26 gennaio Marco Travaglio nel suo editoriale su “Il Fatto Quotidiano” afferma, in sintesi, che non c’è nulla di scandaloso che un innocente sia in carcere, in fondo la legge prevede che fino alla condanna definitiva in Cassazione siano tutti presunti innocenti e che gli errori giudiziari più gravi non sono quelli che condannano un innocente ma quelli che assolvono un colpevole. A queste parole è seguito un tweet molto aspro del vicedirettore del Tg La7 Gaia Tortora. La figlia di Enzo Tortora, vittima di uno dei più clamorosi casi di errore giudiziario, ha esplicitamente mandato a quel paese Marco Travaglio che a sua volta ha risposto invitandola a studiare prima di insultare.
Cosa prevede la riforma della giustizia penale
Il cuore della riforma della giustizia penale, ancora da approvare, ruota intorno alla durata dei processi. A questo scopo è previsto il rafforzamento dell’udienza preliminare: il CSM indicherà a quali reati dare la priorità nelle indagini investigative; le indagini dovranno poi svolgersi entro sei mesi per reati che prevedono una pena pecuniaria o la detenzione fino a tre anni, oppure un anno e sei mesi per i reati di maggiore gravità e potranno essere prorogate solo una volta. Aumenteranno le ipotesi di patteggiamento e di ricorso in Appello e sarà prevista un’integrazione probatoria nel rito abbreviato. In questa direzione si muove anche la riforma della giustizia tributaria con la proposta di abbreviare il giudizio a soli due gradi, eliminando cioè la Cassazione. La novità di maggiore rilievo della riforma Bonafede riguarda l’interruzione dei termini di prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di assoluzione che di condanna.
Le critiche di avvocati e magistrati
La riforma della giustizia penale proposta dal ministro Bonafede ha ricevuto una pioggia di critiche sia da parte dei magistrati sia degli avvocati. Le misure proposte, secondo gli addetti ai lavori, non non serviranno a raggiungere lo scopo considerato che, se da un lato si accelera il giudizio di primo grado, al tempo stesso si rischia di allungare troppo quelli successivi, dando vita a processi interminabili. Lo stop della prescrizione, inoltre, rischierebbe di mandare il tilt molti uffici giudiziari che potrebbero avere fino a 30mila provvedimenti in più all’anno. L’eliminazione dell’ultimo grado di giudizio nei processi tributari, poi, sfiora l’incostituzionabilità perché non tutela più il diritto del cittadino ad avere un giusto processo. Ancora molti i nodi da sciogliere su questa riforma che dovrà garantire il giusto equilibrio tra senso di giustizia e il rispetto del diritto.