173 sì contro 37 no. La riforma Cartabia è legge ed andrà a riformare parzialmente il Consiglio Superiore della Magistratura. Vediamo, nel dettaglio, in cosa consiste questa riforma andando a “scadagliarla” punto per punto.
Riforma Cartabia, come cambia la composizione del CSM
Luglio 2022 sarà un mese importantissimo per il CSM che verrà presto rinnovato ma con delle novità. La composizione sarà del tutto “nuova” ed i membri saranno 33. Il Consiglio Superiore della Magistratura sarà formato così:
- Tre restano i membri di diritto ovvero il Presidente della Repubblica, il Primo Presidente di Cassazione e il procuratore generale presso la Cassazione.
- Dieci saranno i membri laici eletti dal Parlamento.
- Venti i togati con 2 in rappresentanza della Cassazione, 5 delle procure e 13 dalla magistratura giudicante.
La votazione sarà effettuata in 7 collegi di cui: uno per la Cassazione, due per la magistratura inquirente e quattro per la giudicante. Ogni collegio nominerà due componenti. Insomma, una prima riforma CSM è stata approvata?
I giudizi degli avvocati?
Una dei cinque quesiti dei referendum sulla giustizia (finito in un “nulla di fatto” causa mancato raggiungimento del quorum) vedeva la possibilità per gli avvocati di poter giudicare l’operato dei magistrati per una equa valutazione. La recentemente approvata riforma Cartabia permetterà proprio questo. Per quanto alle valutazioni di professionalità nei Consigli giudiziari locali, infatti, sarà presente anche il voto degli avvocati. Questo sarà possibile, però. solo ed esclusivamente a seguito di un deliberato del consiglio dell’ordine degli avvocati.
Un fermo alle porte girevoli
Avete presente il caso di Catello Maresca, giudice a Campobasso e consigliere comunale presso il Comune di Napoli? Con la riforma Cartabia non potrà più accadere. Infatti, le sovrapposizioni tra mandato politico e funzioni giudiziarie non saranno più possibili. Al termine del mandato elettivo, i magistrati non potranno più tornare a svolgere una funzione giurisdizionale. Se, invece, su sono candidati ma non sono stati eletti, per tre anni non possono tornare a lavorare nella regione dove si sono candidati né in quella dove lavoravano, né potranno avere incarichi direttivi.
La separazione delle funzioni
Un altro oggetto dei quesiti referendari è stato quello della separazione delle funzioni per i magistrati che potevano passare dal ruolo di Pubblico Ministero a ruolo giudicante per un massimo di quattro volte. Anche in questo caso il quorum del 50%+1 non era stato raggiunto ma il “risultato” di abrogare (in parte) questa pratica è stato comunuque raggiunto grazie al voto positivo del Senato. Da adesso in avanti, infatti, nel settore penale sarà possibile fare un solo passaggio mentre non ci sono limiti per quanto riguarda il settore civile. La scelta potrà essere fatta entro 10 anni dall’assegnazione della prima sede.
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