Ricovero ospedaliero e malattia: due condizioni che vorremmo non sfiorassero mai i bambini. Non a caso il mondo adulto tende a escludere i più piccoli da tematiche del genere. Scelta giusta? I bambini sono davvero immuni da situazioni di questo tipo? No, per cui vale la pena spendere qualche ora a spiegare loro che avere bisogno dell’ospedale è una possibilità e che va affrontata in modo coraggioso. “Conoscere per non avere paura” è il progetto ideato dall’associazione ABIO Napoli per rendere i bambini più consapevoli rispetto a situazioni nelle quali possono essere coinvolti loro malgrado. Il progetto di ABIO (Associazione per il Bambino In Ospedale) si rivolge ai bambini delle scuole elementari. Una fascia d’età che mostra sempre tanta curiosità così come ci spiega Davide Costagliola, Responsabile settore Ludico – Progetti – Segretario del Consiglio di ABIO Napoli.
Davide Costagliola, come mai avete sentito l’esigenza di creare un percorso per informare i bambini su cosa accade quando si viene ricoverati in ospedale?
Nel corso della nostra ventennale esperienza ci siamo resi conto che i bambini hanno un’idea completamente distorta dell’ospedale, condizionata dalla paura. Il progetto “Conoscere per non aver paura” è nato per far conoscere ai bambini l’ambiente ospedaliero e i diritti dei piccoli pazienti, al fine di ridurre l’impatto emotivo di un eventuale ricovero. Molti ricoveri avvengono d’urgenza, senza che ci sia il tempo per preparare il bambino a questa esperienza, che oltre al dolore fisico comporta un forte disagio psichico. È necessario prevenire il trauma da ricovero con un’adeguata informazione perché il metodo più efficace contro la paura è la conoscenza.
A quale fascia d’età vi rivolgete e cosa spiegate nello specifico?
Ci rivolgiamo ai bambini delle classi terze e quarte delle scuole primarie e delle classi prime delle scuole secondarie di primo grado.
Il progetto prevede due incontri per ogni classe, durante i quali i bambini vengono informati su tutte le figure professionali che si possono incontrano in ospedale, sulle attività di supporto durante la degenza, sugli strumenti che usa il personale ospedaliero e su tutti i luoghi dell’ospedale. Raccontiamo loro la nostra mission, la nostra storia per un ospedale sempre più a misura di bambino e le attività del movimento ABIO.
Al termine degli incontri tutti i bambini ricevono l’attestato di Bambino Coraggioso.
Come si sono mostrati i bambini durante questi incontri?
I bambini mostrano sempre molto interesse e tanta curiosità. Fanno molte domande e qualche bimbo manifesta la volontà di diventare volontario ABIO appena avrà compiuto i 18 anni.
Il vostro progetto è stato veicolato dalle scuole: pensate di riproporlo anche per il prossimo anno scolastico o avete altri progetti in cantiere?
Sì, desideriamo che si possa realizzare in tanti istituti del territorio di Napoli e provincia. Invitiamo i dirigenti scolastici delle scuole a contattarci per programmare il progetto per il prossimo anno scolastico.
Abbiamo tantissimi progetti in cantiere per continuare a dare sostegno alle bambine e ai bambini ricoverati in ospedale. Come l’iniziativa “Dona un gioco” che ci consente di raccogliere giocattoli che consegniamo periodicamente ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici di Napoli e provincia. Per aderire all’iniziativa “Dona un gioco” basta seguire le indicazioni riportate sul nostro sito www.abionapoli.org/dona-un-giocattolo/ .
È possibile sostenere le attività di ABIO Napoli anche in fase di dichiarazione dei redditi, scrivendo il codice fiscale 94202690635 e apponendo la firma nella casella per il sostegno del Volontariato.