A chi non è mai capitato di esclamare: “Non è come sembra!”, magari in situazioni compromettenti o poco gradevoli, ed effettivamente con il trascorrere del tempo si può avere una visione distorta di quei momenti, dei nostri ricordi.
A confermarlo uno studio effettuato dalla Northwestern University e pubblicato sul Journal of Neuroscience.
Pare che tutto ciò che commemoriamo di un evento trascorso non corrisponde all’esatta veridicità dei fatti, e la colpa è del cervello che li modifica e rielabora. La ricerca è stata condotta dalla Dottoressa Donna Bridge, che ha effettuato un test su 12 persone a cui è stato chiesto di ricordare la posizione di alcuni oggetti su una griglia in tre sessioni durante le 72 ore successive. Si è evinto che dopo qualche giorno i soggetti in esame tendevano a mettere l’oggetto in una posizione differente da quella che aveva il primo giorno.
La studiosa ha affermato in primis: “La nostra memoria non è statica. Se ricordiamo un evento alla luce di un nuovo contesto e di un periodo diverso della nostra vita, la memoria tende a integrare dettagli differenti e inediti”.
In pratica la memoria del cervello funziona come se fosse un telefono senza fili, ogni volta che si riconduce l’attenzione su di un momento passato, lo muta pian piano, cosicché dopo un po’, quella determinata circostanza sarà completamente alterata.
La luminare ha concluso sostenendo: “Un ricordo non è semplicemente un’immagine prodotta viaggiando indietro nel tempo fino all’evento originale. Può essere un’immagine distorta dalle precedenti volte in cui si è richiamata alla mente. La memoria di un evento può diventare via via meno precisa fino al punto di diventare totalmente scollata dalla realtà”.
In sostanza la mente umana è davvero una macchina potentissima dalle mille sfaccettature, ben venga aggrapparsi di tanto in tanto ai bei tempi andati magari con uno strascico di malinconia, ma in situazioni di processi e testimonianze, meglio sotto tenere ben collaudati i tester.