Si svolgerà il 17 dicembre la prima udienza del processo per il caso della Open Arms, l’Ong spagnola che nel 2019 salvò 147 migranti in mare e alla quale per settimane fu negato l’attracco in un porto sicuro. Sul banco degli imputati c’è Matteo Salvini, su quello dei testimoni 26 persone tra cui alcuni esponenti del governo in carica all’epoca dei fatti. Ci saranno, tra gli altri, la ministra Luciana Lamorgese, il ministro Luigi Di Maio, l’ex ministro Danilo Toninelli. Il più atteso, però, è lui: Richard Gere, testimone diretto delle condizioni in cui si trovavano i migranti a bordo della Open Arms quel 9 agosto 2019.
Open Arms: arriva Richard Gere
Il primo agosto 2019 la nave battente bandiera spagnola, in uso alla Ong ProActiva – Open Arms, aveva appena salvato 147 migranti ed era in cerca di un Pos (Place of safety=Porto sicuro) nel quale attraccare. Nonostante la nave fosse entrata in acque territoriali italiane e le condizioni di salute degli ospiti fossero piuttosto precarie, l’autorizzazione all’attracco non le fu concessa fino al 20 agosto. Quel giorno il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, dopo aver ispezionato la nave, dispose il sequestro dell’imbarcazione, consentendo, in questo modo, lo sbarco dei naufraghi. Furono giorni lunghissimi nei quali si susseguirono gli appelli anche da personaggi noti perché si concedesse un porto sicuro a quei 147 migranti. Il 9 agosto, per esempio, l’attore hollywoodiano Richard Gere salì a bordo della nave per portare cibo ai migranti.
Il processo a Salvini
La vicenda della Open Arms è costata a Salvini, all’epoca ministro dell’Interno e responsabile della mancata autorizzazione allo sbarco, l’accusa di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. Secondo la difesa quella di negare l’autorizzazione allo sbarco fu una decisione dell’intero governo e per questo molti degli allora ministri compariranno al processo sulla Open Arms in qualità di testimoni. E’ chiaro, però, che gran parte dell’attenzione mediatica è attirata dalla presenza di Richard Gere. La Procura si era opposta alla presenza dell’attore hollywoodiano in aula temendo una spettacolarizzazione del processo. La sua presenza è lecita invece, come sottolineato dai legali di Open Arms, considerata la sua presenza a bordo un giorno in cui la nave era ancora in acqua.
Salvini, Meloni e l’attore in cerca di visibilità
Il vero spettacolo, in realtà, lo hanno dato lo stesso Salvini e Giorgia Meloni. L’ex ministro dell’Interno ha commentato la notizia con toni cabarettistici; la leader di Fratelli d’Italia ha addirittura accusato Gere di cercare visibilità. Lui, sì, la star planetaria, sex simbol degli anni Ottanta, protagonista di film come “American gigolò”, “Ufficiale e gentiluomo”, “Pretty woman”, “Autumn in New York”. Premiato con il Golden Globe come migliore attore in un film musicale o commedia per “Chicago” e con un David di Donatello come miglior attore straniero per “I giorni del cielo”. Lui che è anche un noto attivista per i diritti umani, creatore della Fondazione Gere, cofondatore della Tibet House, presidente del Consiglio di Amministrazione per l’International Campaign for Tibet. La risposta migliore a queste esternazioni improbabili le hanno date, una volta tanto, i social che si sono sbizzarriti nella produzione di meme.
In copertina foto di JanPress