Si tratta di una ricerca internazionale in cui il gruppo che studia la Fisiologia degli ambienti estremi dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) è coinvolto con l’Università della California, rappresentata dal Dr. Derek Covington nello studio della risposta emodinamica dell’uomo nelle immersioni con i moderni “Rebreathers”.
L’esperienza dei ricercatori dell’Ifc che, con la strumentazione ecografica sviluppata ad hoc per indagini biomediche subacquee, oggetto di brevetti internazionali, ha di fatto “riscritto” negli ultimi anni la fisiologia di molti settori dell’immersione umana, si cimenta nello studio delle modificazioni emodinamiche dell’immersione con questi dispositivi moderni di respirazione subacquea a circuito chiuso.
I rebreather, versione moderna dei vecchi respiratori ad ossigeno puro, con cui gli incursori della marina italiana hanno svolto eroiche missioni durante l’ultimo conflitto mondiale, sono oggi dispositivi molto efficienti in cui l’ossigeno necessario alla respirazione subacquea viene automaticamente recuperato nell’espirato e miscelato con gas inerte, il diluente, in dosi opportune per formare la miscela ottimale da respirare alle varie profondità operative, senza emissione di bolle durante l’espirato, con vantaggi per il pericolo della malattia da decompressione, ed ingombro delle attrezzature.
Questa tecnologia se pur molto avanzata e indispensabile per scopi militari e professionali non è ancora però molto diffusa anche nell’ambiente ricreazionale, che ne rappresenterebbe un vastissimo mercato, per i numerosi incidenti con esito drammatico che si sono verificati finora.
Il “core” quindi della ricerca dell’Università della California e del Cnr è quello di studiare in maniera sperimentale gli effetti sulle potenziali modificazioni emodinamiche di questa moderna tipologia di immersione, per individuarne, nelle varie condizioni sperimentali controllate, potenziali insulti emodinamici legati specificatamente all’uso del rebreather.
Per questo la scelta dell’ambiente controllato della piscina profonda, unica al mondo col suo pozzo di 40 metri a Montegrotto Terme, e l’uso della sofisticata strumentazione del Cnr, sviluppata nell’ambito delle molte attività del’Ifc, impegnato dal 2005 con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa nelle ricerche di medicina ‘prenosologica’, quella branca degli studi orientata ad indagare sulla ‘vulnerabilità’ individuale alla malattia, settore di studi originato dalla medicina aerospaziale.
In questo ambito la medicina subacquea rappresenta uno dei modelli sperimentali di elezione e costituisce il settore in cui l’Ifc-Cnr gestisce da dieci anni con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa il Master universitario di II livello in Medicina subacquea ed iperbarica, corso di studi post universitari di alta formazione primo in Europa e unico con tutte le certificazioni internazionali nei settori professionali della Subacquea e dell’Iperbarica.