Ha preso il via, con un grande concerto-evento all’Auditorium Vincenzo Vitale del Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino, la storia della Fondazione Maria Gabriella De Matteis ispirata dai valori che la Presidente della De Matteis Food Corporation. È proprio la Fondazione ad essere protagonista della storia di oggi.
Fondazione Maria Gabriella De Matteis per la ricerca ed il talento
La Fondazione, dedicata a Maria Gabriella De Matteis, si impegna a valorizzare e supportare giovani talenti
grazie a borse di studio per la ricerca scientifica e la formazione di musicisti meritevoli. Tutto questo è reso possibile grazie al bando 2024 dedicato alla ricerca oncologica avanzata e la borsa di studio a supporto della carriera di un allievo della Gustav Mahler Jugendorchester.
Intervista a Fernando Ricci, Presidente Fondazione Maria Gabriella De Matteis
Una fondazione giovane ma con alle spalle già una storia da raccontare tra passato, presente e futuro. Proprio di questo parliamo con Fernando Ricci, Presidente Fondazione Maria Gabriella De Matteis:
Come nasce la Fondazione Maria Gabriella De Matteis?
Nel dicembre 2022 – dopo aver combattuto un tumore per anni e con tutte le sue forze – mia moglie Maria Gabriella è stata sopraffatta dalla malattia e ci ha lasciato. La sua eredità morale, però, ispira ogni giorno me le mie figlie, Alessandra e Maria Chiara. Proprio insieme a loro ho quindi deciso di creare la Fondazione dedicata a Maria Gabriella, per riuscire a rendere reali i valori in cui ha creduto fortemente e di cui è stata testimone attiva per tutta la sua vita, ovvero – come diceva – riuscire a “plasmare un futuro condiviso dove l’innovazione, la responsabilità e la fluidità disciplinare possano creare un mondo migliore per tutti”.
Qual è la mission della Fondazione?
Maria Gabriella credeva che i giovani, la bellezza delle arti e il progresso scientifico fossero i pilastri necessari a ogni cambiamento sostenibile. Come lei, anche noi pensiamo che, per riuscire a costruire un futuro migliore, dobbiamo fidarci e affidarci alle nuove generazioni. Per questo abbiamo deciso di incentrare tutte le attività della Fondazione sulla ricerca e la valorizzazione dei giovani talenti in grado – con i loro percorsi artistici e scientifici – di innovare e restituire alla società le conoscenze acquisite attraverso opportunità di formazione e ricerca. Tutti i nostri progetti e la creazione di tutti i nostri bandi puntano a questo: a cercare di creare un futuro migliore per tutti tramite un dialogo continuo e interdisciplinare tra il mondo della produzione, delle scienze e delle arti.
Può descrivere i due comitati che formano la Fondazione?
I comitati della Fondazione si dividono in Artistico e Scientifico. Il primo è composto da due musicisti di caratura internazionale – nonché amici miei e di Maria Gabriella – Marco Postinghel e Valérie Gillard. Loro hanno il compito di selezionare i migliori talenti musicali italiani all’interno dell’organico annuale della migliore orchestra giovanile del mondo, la Gustav Mahler Jugendorchester (GMJO) e di sostenerli poi con delle borse di studio nel prosieguo dei loro studi accademici. Il Comitato Scientifico, invece, è coordinato da Giuseppe Curigliano, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università di Milano e direttore della divisione clinica di sviluppo nuovi farmaci presso l’Istituto Europeo di Oncologia. Lui, con il supporto dei Prof. Andrea Ballabio, Silvia Novello, Gabriella Pravettoni e Paolo Marchetti, selezioneranno i migliori progetti di ricerca, e i relativi ricercatori, in grado di dare speranze e maggiori aspettative di vita nel campo dell’oncologia.
Parliamo del vostro primo bando di ricerca: a chi è rivolto?
Il nostro primo bando dal titolo “Integrazione della biopsia liquida nella gestione di pazienti con tumore solido” è rivolto a tutti i ricercatori under 30 e stanzia 40.000€ per finanziare i migliori progetti di ricerca su questo nuovo strumento diagnostico. La biopsia liquida, infatti, rivoluziona completamente il modo in cui si comprendono e vengono trattati i tumori. Consiste sostanzialmente nell’analizzare il materiale genetico o le cellule tumorali rilasciate nel sangue – o in altri fluidi corporei – per ottenere informazioni sullo stato e sull’evoluzione del tumore, senza dover fare una biopsia tradizionale. I vantaggi sono molteplici: si può monitorare la risposta al trattamento in tempo reale, individuare precocemente la presenza di recidive o metastasi e, allo stesso tempo, identificare eventuali mutazioni genetiche che possono influenzare la scelta del trattamento più efficace. Senza contare che questo innovativo metodo consente una personalizzazione dei trattamenti basata specificatamente sulle caratteristiche specifiche del tumore di ciascun paziente.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
In campo scientifico, per i prossimi anni, la Fondazione continuerà ad investire le proprie risorse in progetti di ricerca in ambito diagnostico, con particolare attenzione alla biopsia liquida, così da avere a disposizione uno strumento ancora più performante di prevenzione per le patologie oncologiche. In ambito artistico, invece, continueremo sicuramente la nostra collaborazione con la GMJO, per sostenere giovani eccellenze in ambito musicale, ma ci piacerebbe anche aprire il nostro raggio d’azione ad altri ambiti artistici.