Positivo il risultato raggiunto al Consiglio ambiente dell’Unione Europea che ha fissato al 14% l’obiettivo per l’Italia di riduzione delle emissioni di ammoniaca – da raggiungere entro il 2030 rispetto ai valori del 2005 – e non ha introdotto limiti per il metano. Nell’ambito della revisione della direttiva sui limiti nazionali alle emissioni in atmosfera (2001/81/CE, cosiddetta Direttiva NEC) è, infatti, prevista la revisione dei target di riduzione delle emissioni nazionali di alcuni inquinanti atmosferici (tra cui l’ammoniaca) da realizzare entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005.
La Commissione europea, a fronte della richiesta dell’Italia di fissare la percentuale di riduzione delle emissioni di ammoniaca al 12%, ha proposto, inizialmente, un limite del 26% e, in una seconda fase, un limite del 22%. Considerate le possibili ripercussioni sul settore zootecnico derivanti dall’adozione di limiti o misure eccessivamente restrittivi o impercorribili, Coldiretti ha più volte sollecitato il Ministero dell’Ambiente ed il Ministero delle Politiche agricole a sostenere, di fronte alle Istituzioni europee, una posizione ragionevole, in modo da assicurare la tutela dell’ambiente e dell’atmosfera e, al contempo, l’adeguatezza degli obiettivi fissati per lo Stato italiano e la normale prosecuzione delle attività agricole.
A seguito della complessa discussione e delle criticità sollevate nel corso degli incontri in sede nazionale e comunitaria, la Presidenza del Consiglio europeo ha, da ultimo, formalizzato la proposta di nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni ed il target proposto per l’Italia, da raggiungere entro il 2030, è del 14% rispetto ai valori del 2005.
Ingiustificate, d’altra parte, le critiche mosse dal giornale francese “Le monde” che, nell’articolo del 17 dicembre, considera la soluzione proposta dal Consiglio europeo come un indebolimento delle ambizioni della direttiva. Infatti, Il valore massimo accettabile per l’ammoniaca è stato fornito direttamente dal Ministero delle Politiche agricole tenuto conto che si ritiene che tale inquinante sia collegato alle attività del settore agricolo.
Ai fini del calcolo delle emissioni, i fattori influenti sono: il numero di capi allevati, l’impiego di concimi ed il riparto colturale. I primi due fattori sono quelli più incidenti nel determinare il risultato di stima, ma l’unico dato effettivamente noto e controllabile è il numero di capi allevati, mentre il consumo di concimi di sintesi influisce molto sul risultato, ma è una stima difficilmente ottenibile anche a livello nazionale.
La richiesta, quindi, di raggiungere riduzioni troppo elevate delle emissioni di ammoniaca, significherebbe, di fatto, rischiare una contrazione delle attività di allevamento o l’imposizione di misure eccessivamente restrittive, con significativo rischio di perdite economiche per il settore. La posizione adottata dal Consiglio europeo servirà da base per i successivi negoziati con il Parlamento europeo.