Resurrezione: gelida speranza
come un’errata e stanca primavera;
nel suo apparire, attonito, chi spera
è un corpo vivo che non si da pace
di un corpo morto, dove tutto tace.
Resurrezione: quando si fa sera:
cero che splende e affoga nella cera.
Dolce dolore è tutto ciò che avanza
di ciò che prima c’era e non c’è più.
Rimane, glabra, la resurrezione
Corretta in questo flebile sussurro:
parola che si perde nell’ azzurro
del cielo, e cambia la sua direzione:
dal gelo della terra fin lassù.
Foto di Giorgia Zinco per Cinque Colonne Magazine