Un orizzonte in cui, dentro una griglia di materiali diversi e apparentemente rissosi, s’aprono enigmatiche fioriture.
Ed è proprio all’interno di quell’enigma che Bartolini sembra spiare, odorandolo, il respiro della terra. Un respiro che produce lettere, suoni, vibrazioni sottilissime, ma anche un respiro che si fa talvolta minaccioso, oscuro.
Ed è in questo alternarsi di archi e gran casse che le ampie campiture di colore degli Emblematische Blumen passano dalla luminosità ocra degli smalti all’opacità di terre dense, raggrumate.
Terre che evocate nei Respiri tellurici, attraverso l’uso d’impasti magmatici, lasciano talvolta intravvedere un bagliore che quasi soffocato dalla troppa materia, con la leggerezza di un soffio, sembra riprender il suo cammino di luce, come nelle piccole opere del ciclo Soffi di luce.