La Fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è la malattia rara polmonare più diffusa in Italia, colpisce circa 3 milioni di persone nel mondo, di cui 15000 nel nostro Paese.
L’IPF colpisce soprattutto uomini tra i 50 e 70 anni e comporta un progressivo accumulo di tessuto cicatriziale nel polmone che, nel tempo, danneggia la funzione respiratoria, compromettendo la capacita? di svolgere attività e la qualità della vita del malato. La salute generale della persona può deteriorare rapidamente, portando a esito fatale in 2-5 anni dalla diagnosi.
Reverb, realtà che opera nell’ambito delle arti performative e della comunicazione, spiega cosa significhi convivere con questa patologia attraverso il reading teatrale “Respirare sott’acqua – piccoli esercizi di sopravvivenza spirituale”, in scena a Roma, lunedì 18 dicembre, a un anno dal debutto nella città, sesta replica della rassegna dopo le partecipate serate di Napoli, Milano, Catania e Bologna.
Lo spettacolo fa parte di un progetto di comunicazione più ampio, su scala nazionale, per sensibilizzare sulla Fibrosi Polmonare Idiopatica (vocisottacqua.org), a cura di Reverb con il contributo non condizionato di Boehringer Ingelheim e la collaborazione dell’associazione culturale Effetto Larsen.
Il pubblico è invitato alla Sala MediCinema del Policlinico Universitario A. Gemelli dove sarà possibile assistere allo spettacolo Respirare sott’acqua, a cura dell’associazione culturale Effetto Larsen, protagonista Matilde Facheris, testo di Lorenzo Piccolo e regia di Matteo Lanfranchi.
Gli ospiti saranno accolti con un aperitivo di benvenuto nel foyer della sala dove sarà presente anche l’Associazione pazienti “Un respiro di speranza” Onlus con una postazione informativa. In vista delle festività natalizie, i pazienti e i volontari dell’Associazione venderanno torrone e panettoni per finanziare le loro attività.
Il reading nasce dalle testimonianze e informazioni raccolte attraverso interviste condotte a medici e pazienti ed è in programmazione nelle principali città italiane per dare un supporto alle diverse associazioni pazienti del territorio nazionale. Oltre a sensibilizzare sulle tematiche legate alla patologia, l’appuntamento è un’occasione per supportare economicamente le associazioni coinvolte.
Il filo conduttore è il racconto di una persona sana che viene a contatto con la malattia dovendo svolgere un’indagine proprio attraverso delle interviste: è un piccolo viaggio di scoperta e confronto, che la porta inevitabilmente a domandarsi qualcosa anche di sé. Ciò offre, a chi del pubblico non conosca l’IPF, una sponda sicura cui aggrapparsi, potendo immedesimarsi con la protagonista.
A questa narrazione si alternano dei racconti “in prima persona”, nati dalle testimonianze dirette, che danno conto delle sensazioni, delle immagini, dei momenti chiave di un percorso clinico così difficile, attraverso uno stile asciutto ma coinvolgente.
I pazienti e familiari presenti nel pubblico hanno la possibilità di riconoscersi, di guardarsi, ma anche e soprattutto di ascoltare storie diverse dalla propria. Attraverso ricordi, sensazioni, paure, e perché no, qualche risata – frammenti di vita, in sintesi – la lettura racconta le storie di chi, tutti i giorni, respira sott’acqua.