Qual è stato l’impatto della crisi sulle aziende italiane ed europee in questi primi mesi? E quali sono le strategie più efficaci per resistere e superarla?
Per rispondere a queste domande, BDO ha condotto un’indagine su 244 senior manager di aziende europee di differenti settori in 8 Paesi (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna e UK).
Il nostro Paese nella ricerca condotta da BDO è rappresentato da 31 manager di aziende che operano nei settori manifatturiero, tecnologia e telecomunicazioni, servizi professionali, trasporti e logistica, energetico, sanità, farmaceutico, media e spettacolo, con fatturati superiori 20 milioni di euro.
Italia e pandemia
L’Italia è stato uno dei primi Paesi europei ad essere colpito dalla pandemia e il 38% delle nostre aziende intervistate ha giudicato “rilevante” o “grave” l’impatto del Covid-19, con conseguenze che vanno da significative perdite in termini di introiti a difficoltà finanziarie che hanno richiesto un importante taglio dei costi.
Per rispondere nell’immediato all’emergenza, l’Italia, storicamente in ritardo sulla digitalizzazione, ha adottato nell’84% dei casi lo smart working per tutelare la salute dei propri dipendenti e, al contempo, garantire la continuità operativa del business.
Si tratta di un dato interessante anche in ottica futura, dal momento che la metà di questi (42%) ha dichiarato che intende incrementare il numero di lavoratori in regime di smart working rispetto ai livelli pre-Covid. Una scelta, questa, che sicuramente avrà un impatto anche sulle città ridisegnandone il tessuto urbano in termini di mobilità e occupazione degli spazi.
Tuttavia, è stato significativo il ricorso anche a ulteriori azioni per affrontare la crisi e limitare i danni economici, soprattutto in Italia rispetto all’Europa: il 39% ha attuato una riduzione dei salari, fondo di integrazione salariale e piani di contingenza; il 39% ha rinegoziato i contratti con i fornitori e il 35% è stato costretto a sospendere temporaneamente le attività.
Resistere: E il futuro?
“Sarà un autunno complesso ma sono dell’opinione che supereremo con rinnovato vigore le sfide internazionali.I dati emersi dallo studio che abbiamo realizzato ci danno la misura della situazione che stanno vivendo le nostre aziende e quelle europee nell’era Covid-19. Si tratta di un banco di prova senza precedenti che ha richiesto flessibilità e capacità di prendere delle decisioni importanti in tempi rapidi. L’impatto della pandemia ha inevitabilmente costretto le aziende a rivedere le proprie priorità ma, allo stesso tempo, ha creato una grande opportunità per ripensare, in maniera costruttiva, a nuovi modelli di business. Resilienza, è questa la chiave per vincere la sfida del post”, sottolinea Simone Del Bianco, Managing Partner di BDO in Italia. “Sono fiducioso, credo nella capacità delle aziende italiane di adattarsi a scenari mutevoli e, in situazione complesse, di tirare fuori il meglio. È una grande occasione per puntare su innovazione, digitalizzazione e talento delle persone. Infine, le difficoltà che si sono mostrate sulla supply chain a filiera lunga, difficoltà di approvvigionamento e costi, faranno ripensare l’intero sistema favorendo il reshoring. Questo sarà tanto più vero per l’Italia, nel manifatturiero in particolare” ha concluso Del Bianco.
I manager italiani riconoscono, più dei colleghi europei 65%, l’importanza del ruolo del Governo rispetto alle misure messe in atto per sostenere le imprese durante i mesi di crisi.
Il 77%, infatti, ritiene importante il supporto ricevuto dal Governo e dalle istituzioni per la sopravvivenza della propria azienda. In particolare, lo considera utile per far fronte alle pressioni dovute alla gestione dei flussi di cassa nel breve periodo.
Dalla “crescita” al “resistere”
Se nel 2019 il focus delle aziende era rivolto agli investimenti finalizzati alla crescita del business (come emerso dai risultati della prima edizione della survey condotta nel terzo trimestre 2019), la pandemia ha necessariamente cambiato la situazione e costretto le imprese a rivedere le proprie priorità per i prossimi sei mesi.
In Europa, il 31% di tutte le aziende intervistate, infatti, mira, in primis, a garantire la stabilità finanziaria e il 27% ha come obiettivo quello di mantenere la propria quota di mercato.
E in Italia qual è la priorità delle aziende?
Il 26% dichiara che lavorerà per resistere e per propria la stabilità finanziaria e un altro 26% punta a mantenere la propria quota di mercato.
Il 33% dei manager italiani ritiene, tuttavia, che sarà necessario rivedere il proprio business model nei prossimi mesi così come la supply chain, messa a dura prova durante la crisi, che il 23% ha valutato essere molto più vulnerabile di quanto pensassero.
Infine, il 32% dei rispondenti italiani dichiara come la sostenibilità sia diventata, dopo la crisi, ancora più importante per il business. Considerando che un altro 35% conferma la sua importanza rispetto alla precedente survey, si ottiene una percentuale pari al 67% che evidenza il significativo aumento di attenzione da parte, soprattutto, di CEO e COO (80%) che si dedicheranno con grande attenzione alla ricerca di un nuovo equilibrio ambientale, sociale ed economico.
Come uscire dalla crisi, dunque?
Adozione di nuove tecnologie e soluzioni digitali (71%); valorizzazione dei talenti (61%); nuovi prodotti e servizi (61%); incremento della produttività e miglioramento dei processi di gestione (61%); riorganizzazione della supply chain (52%) e riduzione dei costi (45%), le principali iniziative proposte dalle aziende italiane per i prossimi sei mesi.