L’Osservatorio del Distretto Tessile di Como propone quest’anno l’analisi, realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, di un nuovo e più ampio campione di imprese che operano nel distretto. Per la prima volta, inoltre, viene proposto lo studio di due campioni di imprese che destinano le loro produzioni prevalentemente al mondo beachwear (18 soggetti) e all’arredamento (17 imprese).
L’analisi dei bilanci 2014 evidenzia una buona performance di crescita e di redditività. Le 153 imprese del tessile comasco considerate hanno, infatti, registrato risultati migliori rispetto alla media del settore a livello nazionale, con un fatturato cresciuto del 4,3% e l’EBITDA margin salito a 8,5% (da 8,2% dell’anno precedente). La crescita dei ricavi e della redditività ha interessato quasi tutti i comparti e le classi dimensionali. Fatturato in crescita e margini in miglioramento hanno sostenuto il ROI che ha raggiunto nel 2014 il 7,5%.
Il miglioramento complessivo che si è verificato nel 2014 ha lasciato, tuttavia, elevata la dispersione dei risultati, con aziende che presentano performance ottime e soggetti in difficoltà, in maniera trasversale a tutti gli anelli della filiera e in funzione delle strategie adottate. Anche le scelte relative alle certificazioni hanno contato: il 15% di imprese del distretto che hanno ottenuto negli ultimi anni una certificazione di qualità (sia ISO che specifica del mondo tessile) risultano più dinamiche (con una crescita del fatturato 2011-14 del 17%, contro l’8,6% delle imprese non certificate) e con un EBITDA margin nettamente più elevato lungo tutto il periodo analizzato.
Tra il 2014 ed il 2015 si è assistito, da parte del valle filiera del Tessile-Abbigliamento, ad un rapido aumento di richieste inerenti l’impatto ambientale e la sicurezza dei prodotti tessili. Quasi tutte le aziende, tessiture, tintorie, stamperie, finissaggi, sono oggi chiamate a sottoscrivere capitolati di fornitura con specifiche richieste su requisiti eco-tossicologici spesso stringenti.
Alcune indagini condotte (l’ultima del Centro Tessile Serico nel 2013) sia sul mercato comasco che a livello nazionale hanno mostrato come la presenza di sostanze chimiche tossiche o indesiderate presenti nei tessuti sia molto spesso associato a capi di importazione extra UE. I capitolati ed i disciplinari ecologici che le case della moda sottopongono ai loro fornitori, e che a cascata investono tutta la filiera produttiva, riguardano la produzione tessile a livello globale, per tale ragione è più che mai indispensabile rispondere tempestivamente alle richieste del mercato, cogliendo le opportunità insite nei paradigmi della sostenibilità, iniziando con la valorizzazione di ciò che già molto differenzia la produzione tessile made –in-Italy da quella extraeuropea.
Molte aziende tessili comasche nel complesso hanno certamente raccolto l’invito dei brands della moda per un impegno trasparente e collaborativo sugli aspetti dell’eco-tossicologia. Grazie all’assistenza tecnica ed all’informazione continua di un laboratorio quale il Centro Tessile Serico offre, ed anche grazie all’esempio ed al traino di alcune aziende più strutturate già da tempo coinvolte sugli aspetti ambientali, è possibile oggi per l’intero distretto tessile valorizzare la qualità dei propri prodotti rispondendo alle richieste del mercato e promuovendo una crescita sostenibile.