Potrebbe essere un capuitolo del ‘De Magistris furioso’, il sindaco non la manda a dire a Matteo Renzi e ritira la firma dagli accordi su Bagnoli dopo l’ultima visita del Premier in città per incontrare esclusivamente il Presidente della Regione Caldoro e una schiera d’imprenditori guidati da colui che dovrebbe essere il capo dell’opposizione in consiglio comunale, quel Lettieri subissato dai voti che elessero l’ex magistrato. Luigi De Magistris se l’è legata al dito e stamattina ha fatto partire una missiva di fuoco verso il capo del governo con cui riafferma tutto il suo sdegno per la scelta di esautorare il primo cittadino e Napoli tutta in una partita fondamentale come quella sul recupero dell’area ex Italsider a Bagnoli.
“Il Presidente del Consiglio ha tradito Napoli espropriando la Città dalle sue funzioni e dal suo ruolo.
Napoli rivendica la sua autonomia, il suo ruolo, la difesa della Costituzione e del suo territorio, dice no ai commissariamenti e no al tentativo di far rientrare dalla finestra chi abbiamo fatto uscire dalla porta perché coloro in quali hanno inquinato e distrutto l’area di bagnoli”.
Ecco il testo integrale:
Come è noto e come è a sua conoscenza l’area di Bagnoli-Coroglio, pur nella sua complessità, per i suoi valori e le sue contraddizioni rappresenta un luogo di grande significatività – che ha solide radici storiche – cui la città di Napoli e la collettività tutta sono fortemente legati.
In tale contesto, questa Amministrazione, fin dal suo insediamento, ha impegnato molte delle sue risorse per la costruzione di un quadro organico di interventi, che trovano riferimento in una precisa strategia politica e amministrativa.
Essi hanno riguardato il rilancio della trasformazione urbanistica dell’area di Bagnoli, la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del SIN di Napoli Bagnoli-Coroglio, la rigenerazione e la valorizzazione delle aree ferroviarie comprese nel Piano Urbanistico Esecutivo di Coroglio?Bagnoli”, il Progetto del Polo Fieristico e la creazione di un Museo del Mare nei padiglioni della Mostra d’Oltremare, la valorizzazione delle aree della Mostra denominate Zoo, Edenlandia ed ex Cinodromo, il Protocollo d’intesa per il recupero urbanistico e la restituzione alla città dell’ex area NATO. Non ultimi, il Protocollo d’Intesa per la Bonifica del Sin di Bagnoli-Coroglio e l’Accordo di Programma Quadro per la ricostruzione di Città della Scienza.
Innanzitutto, dunque, l’attenzione alla tutela della salute pubblica.
L’intera area di Bagnoli, infatti, nel 2001, con DM 31/08/2001, veniva perimetrata e inserita nei Siti di Interesse Nazionale. Al suo interno venivano individuate 4 aree, determinate sulla base delle cause di inquinamento: 1) siti inquinati dismessi dell’ex Ilva ed ex Eternit di cui alla legge 582/96, area Cementir e colmata a mare ex Italsider, 2) spiagge e fondali marini, 3) Basi militari, 4) Conca di Agnano con le relative Terme.
Il totale del territorio interessato alle bonifiche aveva dunque un’estensione di 961 ettari, di cui 200 occupati dagli impianti ex Ilva ed ex Eternit, 20 riguardanti la colmata a mare e 6 la Cementir.
Il piano di risanamento ambientale, approvato dal CIPE nel 1994, ha trovato una parziale e incompleta realizzazione. I risultati raggiunti dai diversi soggetti, che a vario titolo sono stati coinvolti nelle attività di bonifica, si sono rivelati ben lontani dagli obiettivi prefissati.
Alla luce di tale realtà, il Comune di Napoli, si è, pertanto, posto alcuni obiettivi prioritari, quali:
-il ripristino e la valorizzazione delle condizioni ambientali e sanitarie;
-la revisione delle condizioni per la sostenibilità economico-finanziaria del piano di attuazione;
-il rilancio economico e sociale dell’area, salvaguardando gli investimenti pubblici e le opere già realizzate e/o da completare;
-la revisione degli strumenti urbanistici;
-il superamento dello strumento di attuazione, individuato nel 2001 nella Società di Trasformazione Urbana.
La Società di Trasformazione Urbana BagnoliFutura, infatti, per le condizioni che dal 2001 al 2011 si erano delineate, non poteva più essere considerata lo strumento di attuazione di tale trasformazione. Questa Amministrazione ha dovuto prendere atto, con rammarico, che le attività affidate alla Società suddetta non avevano raggiunto neppure lontanamente gli obiettivi ad essa affidati, tanto che è stato rilevato “superficialità nella fase di affidamento degli appalti e imprudenza nella gestione della bonifica” (rapporto 2009 Corte dei Conti).
Il sintetico quadro che segue consente di comprendere tale affermazione: mancanza di continuità aziendale (casse vuote), mancanza di continuità patrimoniale, alto costo del personale (4,3mln/anno), negativo rapporto con le banche, rapporti interrotti con i fornitori (pignoramenti), progetti fermi, mancato e invece necessario collegamento con le realtà territorialmente circostanti ( Città della scienza, Mostra d’Oltremare, etc.).
Nei tre anni successivi si è riusciti a invertire tale condizione, apportando modifiche di segno opposto alla precedente gestione, garantendo il ripristino della continuità aziendale (1 milione in cassa), l’approvazione del bilancio 2012 e 2013 in utile, la riduzione del costo del personale da 4,3 mln a 1,9 milioni di euro per anno, la ristrutturazione del debito con MPS per 70 milioni e con Fintecna in 8 anni, la sottoscrizione di accordi di transazione con la maggior parte dei fornitori, il rilancio delle attività mediante l’apertura della Porta del Parco di Bagnoli, la pubblicazione del bando per la gestione del Turtle Point, infine l’avvio di una interlocuzione con Cassa Depositi e Prestiti e con Ferrovie dello Stato per investimenti nell’area per un valore complessivo di 225 milioni.
Il sequestro dell’area (aprile 2013), se da un lato ha posto sotto tutela la parte bonificata e acceso un faro sul nodo degli interventi realizzati in precedenza, dall’altro ha, inevitabilmente, rallentato il progetto di rilancio reso già incerto dalla mancata erogazione dei fondi della bonifica previsti (dei 75 milioni stanziati, infatti, ne sono stati erogati solo 48,7) e di quelli considerati necessari al completamento della stessa (35 milioni).
Nel frattempo il Consiglio comunale, il 25 settembre 2012, decideva la realizzazione di una spiaggia pubblica nel tratto compreso tra Nisida e il comune di Pozzuoli. Tale decisione, che confermava la volontà dell’Amministrazione di garantire l’accesso e la balneabilità del litorale di Bagnoli, nasceva con il contributo dei comitati che avevano raccolto 13mila firme per chiedere al Comune la realizzazione del lido pubblico.
In tale contesto, l’obiettivo imprescindibile del risanamento ambientale e dello sviluppo dell’area occidentale imponeva di definire la cornice entro la quale mettere a sistema risorse, soggetti, interventi, strumenti e procedure.
Nello stesso tempo, vi era la consapevolezza che il tema della bonifica e della riqualificazione ambientale degli ex complessi industriali e delle aree marino-costiere di Bagnoli, nonchè dello sviluppo complessivo dell’area di Bagnoli, costituivano temi di tale rilevanza e portata per la Città di Napoli e per il Mezzogiorno, da richiedere un impegno straordinario del Governo per la loro definitiva soluzione.
La volontà di procedere con celerità su tale strada aveva indotto l’Amministrazione a individuare le principali fasi della bonifica:
– messa in sicurezza delle acque di falda (in area ex Italsider, ma anche Città della Scienza);
– completamento della bonifica a terra (in area ex Italsider, ex Eternit, Città della Scienza ed ex Cementir);
– rimozione della colmata (in area demaniale ed ex Italsider);
– disinquinamento dei fondali (innanzi alla colmata e ai tratti di spiaggia).
Nella consapevolezza che in tale programma i progetti di sviluppo dovevano assicurare coerenza e sinergia con quelli di bonifica – affinchè non vi fossero scollamenti funzionali ed operativi tra le diverse componenti dello stesso processo o che i numerosi soggetti che avevano responsabilità sull’area potessero non operare in un’ottica di cooperazione – è maturata la scelta di proporre alla Regione Campania e al Governo la sottoscrizione di un nuovo Accordo di Programma Quadro, definito “per la realizzazione degli interventi di bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Napoli Bagnoli-Coroglio” ed in cui, in un quadro generale di priorità di realizzazione, emergesse l’importanza ambientale del completamento degli interventi della bonifica a terra, anche in relazione alle richieste della Magistratura inquirente e alle esigenze di sviluppo dell’area.
Il 3 dicembre 2013 si procedeva, pertanto, all’emissione dell’Ordinanza sindacale – ai sensi dell’art.50 del D.Lgs. 267/2000 – con la quale si ordinava:
? a Fintecna s.p.a., subentrata nella proprietà delle aree dell’ex stabilimento Italsider (poi ILVA), di procedere, ai fini della messa in sicurezza dell’arenile di Coroglio-Bagnoli, alla presentazione del progetto per la rimozione integrale della colmata ed alla sua successiva realizzazione;
? alla società Cementir Italia s.p.a., di provvedere alla realizzazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza del sito contaminato, secondo il principio “chi inquina, paga”.
Inoltre, in coerenza con le nostre valutazioni , nel febbraio 2014, si stabiliva la messa in liquidazione della Bagnolifutura S.p.A. al fine di meglio valorizzare il patrimonio societario.
Contemporaneamente, sulla base di precisi indirizzi, si dava mandato agli Uffici di redigere il nuovo disegno urbano di Bagnoli, che valorizzasse le caratteristiche ambientali e paesaggistiche di Bagnoli-Coroglio, secondo un programma sostenibile, sotto il profilo economico-finanziario, che rendesse possibile anche l’apporto di capitali privati.
La dichiarazione di fallimento della Società, avvenuta il 29 maggio 2014, a seguito di un solo rinvio concesso di 60 giorni – e, soprattutto, nonostante la dichiarata volontà degli stessi istanti fallimentari (creditori) di voler addivenire ad un accordo preconcorsuale – generava un nuovo corto circuito.
Ciò nonostante, si proponeva agli altri Soggetti Istituzionali di intervenire per i primi interventi di bonifica e messa in sicurezza della colmata, utilizzando 4 dei 48,7 milioni
ancora disponibili, pur nella consapevolezza che tale residua disponibilità non era sufficiente a garantire la realizzazione dell’intero programma di bonifica del SIN di Bagnoli-Coroglio.
Sulla scorta di ciò, il Comune di Napoli ha, pertanto, richiesto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di reperire, nella programmazione 2014-2020, le risorse necessarie al ripristino della morfologia naturale della costa e alla bonifica del mare.
Il Protocollo d’intesa relativo alla “Bonifica del SIN di Bagnoli-Coroglio”, siglato il 14 agosto scorso tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Campania, Provincia di Napoli e Comune di Napoli accoglieva tale prospettiva e apriva la strada al successivo Accordo di Programma Quadro.
Il Protocollo, infatti, prevedeva che: “Le parti si impegnano ad utilizzare forme di immediata collaborazione e di stretto coordinamento, in particolare, con il ricorso agli strumenti di semplificazione dell’attività amministrativa e di snellimento dei procedimenti di decisione e di controllo previsti dalla vigente normativa, in attuazione dei principi di celerità, economicità, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Le parti si impegnano a svolgere nel più breve tempo possibile le attività propedeutiche alla stipula del suddetto Accordo di Programma Quadro e a rimuovere, in ciascuna delle fasi del procedimento di realizzazione degli interventi, ogni eventuale elemento ostativo”.
Tale Protocollo consentiva di poter sottoscrivere, contestualmente, anche l’Accordo di Programma Quadro per la Ricostruzione di Città della Scienza, nell’area interessata dall’incendio doloso che, il 4 marzo 2013, aveva distrutto lo Science Centre , decretando un colpo durissimo non solo alla Città, ma anche all’intera comunità scientifica nazionale ed internazionale.
Per ricostruire quel luogo simbolo del rapporto tra scienza e società, l’Amministrazione comunale si era prontamente attivata per la costituzione di un tavolo istituzionale, finalizzato all’individuazione di tempi e modi della ricostruzione del nuovo Museo della Scienza.
Questo lavoro si è concretizzato nell’Accordo di Programma Quadro sottoscritto, appunto, il 14 agosto 2014, per la ricostruzione dell’infrastruttura dello Science Centre, il completamento di “Corporea”, il recupero ambientale dell’intera area di Bagnoli-Coroglio, l’utilizzo dell’affaccio a mare – di proprietà della Fondazione Idis-Città della Scienza – come ampio spazio attrezzato aperto alla fruizione pubblica per l’accesso libero al litorale.
A tale sottoscrizione ha inoltre fatto seguito, di recente, la pubblicazione delle linee-guida del Concorso Internazionale di Progettazione, diviso in due fasi: la prima ha lo scopo di produrre il progetto definitivo del nuovo Scienze Centre da utilizzare ai fini dell’avvio del procedimento amministrativo autorizzativo; la seconda, di generare il progetto esecutivo da porre in appalto dopo l’acquisizione delle necessarie autorizzazioni.
Lo “Sblocca Italia”, varato dal Governo e approvato dal Parlamento, inficia tutto questo lavoro, svuota dei propri poteri gli Enti Locali all’atto in cui individua un Commissario straordinario e un Soggetto Attuatore per “la formazione, approvazione e attuazione del programma di riqualificazione urbana”.
La norma voluta dal Governo esautora la funzione dell’Ente locale, primo Ente di prossimità, il cui ruolo, nell’architettura delle componenti della Repubblica, è garantito dalla Costituzione; delegittima e deresponsabilizza le comunità locali; pone forti dubbi sul piano del controllo dell’interesse pubblico.
Per tutte le considerazioni esposte e le criticità evidenziate, il Comune di Napoli si opporrà, in tutte le sedi, agli atti che discenderanno dall’art. 33 del D.L. 133 del 12/09/2014, nel rispetto, tra l’altro, del principio di leale collaborazione tra Istituzioni, stabilito dalla Costituzione.
Non ritenendo, pertanto, gli atti del Governo successivi al 14 agosto scorso coerenti con gli impegni assunti in tale occasione, il sottoscritto comunica di voler recedere, con effetto immediato, dagli Accordi firmati il 14 agosto 2014 e precisamente:
? dal Protocollo d’intesa relativo alla “Bonifica del SIN di Bagnoli-Coroglio”.
? dall’Accordo di Programma Quadro relativo alla “Ricostruzione Città della Scienza”.
Tale recesso è, per l’appunto, determinato dallo svuotamento degli impegni assunti dal Governo all’esito dell’emanazione dell’ art. 33 del d.l. 133/14, convertito in L. 166/14 che, inopinatamente, pone fine alla leale collaborazione istituzionale, espropriando il Comune dal suo ruolo costituzionale.
Luigi de Magistris