Area35 Art Gallery di Milano presenta “Renaissance Now. Mozes Incze e Alexandra Nadas” in esposizione dal 31 gennaio al 1 marzo e a cura di Lena Ilona Orosz.
La mostra nasce dalla volontà di Area35 di aderire al progetto BudArtPest, il cui obbiettivo è creare ponti culturali internazionali e nuove connessioni attraverso l’arte di artisti ungheresi e la comunità intellettuale mitteleuropea.
Gli artisti ungheresi Mozes Incze e Alexandra Nadas attraverso i loro lavori rappresentano le tradizioni culturali comuni tra Italia e Ungheria, in particolare il legame al Rinascimento e allo stesso tempo esprimono nuovi valori legati alla società internazionale, alla tecnologia iperconnessa e al mondo virtuale, elementi integranti della quotidianità attuale.
L’arte di Mozes Incze, basata sulla tradizione pittorica europea, propone corpi, luci e atmosfere che richiamano stili rinascimentali e classici in cui la descrizione degli elementi naturali è netta e dettagliata. All’interno dei suoi lavori interviene un ulteriore elemento, che domina la scena e che irrompe e minaccia il tradizionale binomio “Uomo e Natura”: si tratta del “Linguaggio Macchina”, strettamente connesso all’ambito computeristico, che vorace e feroce si avventa sui due cercando di divorarli e diventare una sorta di Iperuranio.
La natura non domina la scena anzi, spesso appare confinata in piccoli oggetti come vasi e coppe o la si scorge all’interno delle curve di un corpo, mentre la dimensione umana è talvolta evocata dal delicato cerchio di un nastro rosso che nel tempo è diventato la firma dell’artista.
Le ambientazioni ricreate all’interno delle opere di Mozes Incze sono soprattutto dimensioni cibernetiche, luoghi desolati, senza tempo e senza una precisa connotazione, disseminati di schermi led, cellulari, flash che aggiungono ulteriori significati alla composizione. Si tratta di spazi non identificati osservati attraverso un’interfaccia neurale, anello di congiunzione tra uomo e computer.
L’artista dipinge un’ipotetica ascesi umana sia biologica che spirituale che scaturisce dal rapporto a volte di schiavitù, a volte di complicità, con la nascente e ingombrante intelligenza artificiale.
È il contemporaneo quindi, con i suoi nuovi costumi e le sue relazioni cibernetiche, ad essere protagonista.
All’interno delle tele, meticolose descrizioni pittoriche si alternano a macchie caotiche e a gesti di scomposizione creativa: sostanze indefinite prendono il posto della forma solida e sembrano esseri viventi e palpitanti – come intenzionati a corrodere la superficie della tela – che catturano lo spettatore. I soggetti, spesso indaffarati nel loro lavoro, sembrano galleggiare in uno spazio che appartiene al reale tanto quanto al virtuale; strumenti elettronici come cavi usb e prese di corrente fanno capolino tra elementi di natura morta, il paesaggio è spesso ridotto al cameo di uno schermo acceso. Tutti gli elementi compositivi accentuano il contrasto tra i contenuti reali e quelli virtuali, sottolineando la narrazione di un mondo “ipertestuale”.
Nelle opere di Alexandra Nadas il legame alla tradizione tecnica e stilistica del Rinascimento è molto evidente nella scelta dei materiali, tavole realizzate con colori ad olio e tempera e nei soggetti, paesaggi, architetture e ritratti. Tuttavia, l’artista interviene con soluzioni che mutano sostanzialmente i caratteri del passato per una lettura in chiave contemporanea. Gli elementi architettonici per esempio, pur essendo una presenza costante come nelle opere rinascimentali, sono reinterpretati in chiave lirica e narrativa. Case, stanze, piazze sono riprese dal quotidiano, dal comune, dall’intimo della vita di tutti i giorni, non sono più l’elemento archetipo di solidità e di fondazione. Questo ruolo viene ampiamente interpretato dal ritratto e in particolare dalle madonne profane, figure riprese dal passato, ieratiche e iconiche, maestose nella loro bellezza, misteriose e imperturbabili che diventano il centro dell’intera composizione.
L’artista crea scenografie legate al mondo reale, attraverso paesaggi contemporanei parzialmente trasfigurati e stralci di vita moderna, dove vengono inseriti elementi che suscitano stupore per la loro collocazione non consona ad un impianto tradizionale della scena.
Centro della ricerca di Alexandra Nadas è la lettura del presente attraverso il passato che trova espressione attraverso una stratificazione di differenti componenti: fisica, virtuale, mentale e spirituale.