Si tiene presso il cinema KINO di Roma (Via Perugia, 34) la rassegna REMIX, progetto concepito dal cinema nel quartiere Pigneto e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – DSU (Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale), evento cinematografico che, nell’intento degli organizzatori, vuole coniugare racconto cinematografico e approccio scientifico per affrontare una realtà sfaccettata come quella delle migrazioni e della convivenza. Tre i film attorno ai quali ruotano proiezioni e incontri della rassegna: Space Metropoliz, di Giorgio De Finis e Fabrizio Boni, Dustur, di Marco Santarelli e Loro di Napoli, di Pierfrancesco Li Donni. Tre documentari che si tramutano in tre giornate di studio sul tema dell’integrazione degli stranieri in Italia, affrontandone aspetti diversi, dal diritto allo sport all’arte come strumenti di dialogo e di inclusione. Ogni proiezione sarà accompagnata da un incontro tra gli autori dei documentari e i ricercatori del CNR. “Perché una cultura delle migrazioni – sottolinea Maria Eugenia Cadeddu, primo ricercatore CNR – si costruisce non solo con studi e dati, ma anche attraverso il racconto di storie, incontri, esperienze di quotidiana convivenza”. REMIX prevede un biglietto di 10 euro per l’intera rassegna, mentre l’entrata è gratuita per tutte le proiezioni per i minori di 26 anni.
La proiezione di Space Metropoliz, del regista, antropologo e fondatore del MAAM – Museo dell’Altro e dell’Altrove, Giorgio De Finis e del regista Fabrizio Boni e a seguire incontro con i due registi e con Cristina Marras, ricercatore del CNR. Space Metropoliz, già vincitore del Premio come Miglior Documentario al FestArte Videoart Festival, è una storia di fantascienza, ma anche una storia di convivenza, di condivisione e di impegno politico. È la storia di un’occupazione e di una provocazione artistica, di un’astronave e di un museo. Metropoliz è una ex-fabbrica di salami abbandonata alla periferia di Roma, dove un gruppo di Italiani, Tunisini, Peruviani, Ucraini, Africani e Rom un giorno rompe il lucchetto del cancello della vecchia fabbrica e decide di trasformare quel posto nella loro casa. Ristrutturano, riparano, organizzano e abitano quello spazio, cercando di farne un luogo dove condurre una vita decorosa.
La proiezione di Dustur, di Marco Santarelli e a seguire incontro con il regista, che ne ha curato anche sceneggiatura, fotografia e montaggio, e con Marco Accorinti, ricercatore del CNR. Dustur, vincitore, tra gli altri, di tre premi al Torino Film Festival e del Prix des Jeunes al festival parigino Cinéma du Réel, è un documentario girato nella biblioteca del carcere di Bologna, dove un gruppo di detenuti musulmani partecipa a un corso organizzato da insegnanti e volontari sulla Costituzione italiana. Un giovane arabo in attesa del fine pena è alle prese con “gli inverni e le primavere” della libertà e un futuro tutto da scrivere. Un viaggio dentro e fuori il carcere, per raccontare illusione e speranza di chi ha sognato e continua a sognare un “mondo più giusto”.
Proiezione di Loro di Napoli, di Pierfrancesco Li Donni e a seguire incontro con il regista e con Mattia Vitiello, ricercatore del CNR. Il documentario, presentato lo scorso anno al Festival dei Popoli, dove ha vinto il Premio Cinemaitaliano.info – CG Entertaiment e vincitore, tra l’altro, del Telerama Prize al Festival di Biarritz, racconta dell’Afro-Napoli United, una squadra di calcio di migranti partenopei provenienti dall’Africa e dal Sud America, composta da italiani di seconda generazione e napoletani. Giocano tornei amatoriali nei campi della periferia nord di Napoli e vincono. Sempre. Cinque anni dopo il sogno di Antonio, il presidente e fondatore dell’Afro-Napoli, è quello di portare i suoi ragazzi a calcare i campi dei campionati Figc. Ed è proprio allora che il progetto si scontra con il muro di gomma della burocrazia sportiva e delle leggi italiane.
Sarà parte del progetto REMIX anche un evento speciale, che si terrà a settembre nella sede centrale del CNR a Roma, con la proiezione del film Fuocoammare di Gianfranco Rosi, vincitore del Festival di Berlino 2016.