(Adnkronos) – “Ipotesi inesistente”. Così un big di Fratelli d’Italia, parlando all’Adnkronos, stronca con forza la corsa del governatore uscente Christian Solinas in Sardegna, fortemente caldeggiata dalla Lega. Per Fdi, nonostante la posizione del Carroccio espressa ieri con fermezza dal vicepresidente leghista Andrea Crippa, il dato è già tratto: sarà il sindaco uscente di Cagliari Paolo Truzzu a giocarsi la partita per la guida della Regione.
Regionali Sardegna 2024
“Nel 2024, con Fdi che traina la coalizione – commenta la stessa fonte – è impensabile su 5 Regioni affidarne due alla Lega e due a Fi, lasciandone una sola a noi”. Ma il problema, viene rimarcato in ambienti di Fratelli d’Italia, non è solo interno al partito guidato da Giorgia Meloni. “Attorno a Solinas – la convinzione – non si riuscirebbe a stringere una coalizione che vada al di là di Lega e Partito sardo d’azione”.
Giovedì la lunghissima riunione di ben 9 ore in terra sarda ha decretato la linea, con la maggioranza pronta a sostenere Truzzu e non Solinas: il sindaco di Cagliari “è dunque l’unica possibilità, la strada segnata per la vittoria. A portata, considerando le divisioni che animano il fronte degli avversari”, si ragiona in Fdi. E la regola di confermare gli uscenti, a cui si appella la Lega e non solo, “è già saltata dalla Sicilia – rimarcano le stesse fonti – quando Lega e Forza Italia chiesero a Fdi un passo indietro sull’uscente Nello Musumeci”, ora nel governo Meloni. Ovviamente la speranza “è di ricucire e assicurare la compattezza” della coalizione. In Fdi si mostrano fiduciosi.
“Fermi su Truzzu”
“Salvini a Cagliari -viene rimarcato – aveva detto che avrebbe deciso il tavolo regionale, lo stesso tavolo che scelse Solinas 5 anni fa”, nonostante i mugugni di Fdi. “Dai vertici nazionali, dunque – proseguono le stesse fonti – è stata data piena autonomia al territorio sulla decisione del candidato, e dopo 9 ore di confronto la scelta è caduta su Truzzu. I patti erano questi: sono le regioni che devono decidere il nome.
La Lega sta spingendo per un tavolo nazionale”: al momento non c’è nessuna riunione in agenda, confermano i vertici di partito. “Probabilmente ci sarà, dipende da Giorgia”, si ragiona in Fdi, ricordando che in autunno le riunioni si tennero ma senza i leader, al tavolo Francesco Lollobrigida, Giovanni Donzelli, Maurizio Lupi (oggi tornato ad invocare compattezza), Maurizio Gasparri e Roberto Calderoli.
“Seppur si arrivasse al tavolo invocato dalla Lega – viene spiegato in Fdi- da parte nostra c’è la totale fiducia che si tratti solo di un passaggio per certificare quel che è stato scelto dal territorio”. Dunque Truzzu, senza se e senza ma. Tanto più che uno strappo in terra sarda finirebbe per innescare un effetto domino nelle altre regioni al voto, dunque Basilicata, Abruzzo e Piemonte.
Un gioco pericoloso, tanto più che, a ben guardare, quello su cui si litiga oggi è solo un antipasto. Il grosso del menu verrà poi, quando al voto -post europee- andranno Comuni di peso ma anche Umbria e soprattutto il Veneto di Luca Zaia, alla sfida del terzo mandato. Rispetto al quale Fdi non fa mistero di essere convintamente contrario, lasciando poco margine – nei ragionamenti interni al partito – alla possibilità che Zaia possa intestarsi una nuova vittoria.
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