Essere un punto di riferimento per un giovane migrante o rifugiato, affiancandolo e sostenendolo nel suo percorso di crescita personale e di inclusione sociale.
È questo lo spirito del progetto “Fianco a fianco: cittadini e giovani migranti insieme”, promosso a Palermo da Refugees Welcome Italia e dall’UNICEF in collaborazione con il Comune di Palermo.
Oltre l’80% dei minorenni non accompagnati che arrivano in Italia ha un’età compresa fra i 16 e i 17 anni.
Si tratta, quindi, di adolescenti che, anche dopo il raggiungimento della maggiore età, continuano ad avere bisogno di essere sostenuti nel loro cammino. Spesso essi faticano a realizzare il proprio potenziale e a mettere in pratica le proprie capacità.
Le reti di supporto professionale sono fondamentali, ma anche quelle informali possono essere di notevole aiuto e complementari: poter contare su qualcuno che conosca bene il paese che li ospita e che li aiuti a far fronte alle piccole e grandi sfide che li attendono, può fare la differenza nella loro vita.
Refugees Welcome Italia: il ruolo del mentore
Un mentore è un cittadino che, gratuitamente, sceglie di accompagnare un giovane migrante nel suo percorso in Italia, costruendo una relazione di fiducia e mettendo a disposizione le proprie risorse – sociali, relazionali, professionali.
Il mentore ascolta, orienta, incoraggia, crea nuove connessioni, condivide conoscenze e competenze, attiva risorse e opportunità, dedica tempo, dà una mano nel risolvere problemi quotidiani.
Gli aspiranti mentori, 50 in tutto, verranno individuati attraverso una campagna di comunicazione, per poi essere selezionati, formati e affiancati ad un ragazzo o ad una ragazza.
Fra i requisiti richiesti per partecipare al progetto: avere almeno 25 anni, essere incensurati, conoscere nozioni di lingua e cultura italiana, risiedere a Palermo o nelle zone limitrofe.
A beneficiare del programma, saranno 50 giovani migranti e rifugiati – arrivati in Italia come minorenni non accompagnati.
Per alcuni di loro, è prevista anche la possibilità di essere ospitati in famiglia, secondo il modello sperimentato da Refugees Welcome Italia in diverse città.
«Sono tante le persone che hanno voglia di essere protagoniste nell’affrontare le grandi sfide sociali del nostro tempo, mettendo in gioco le proprie capacità e la propria esperienza di vita. La cittadinanza attiva è una risorsa da valorizzare. Con questo progetto, cerchiamo di facilitare una connessione tra bisogni e potenzialità, per una esperienza che arricchisca tutti» afferma Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.
«L’esperienza dei tanti ragazzi e ragazze che abbiamo incontrato con i nostri programmi ci racconta della loro necessità di essere accompagnati nei propri percorsi» sottolinea Anna Riatti, coordinatrice UNICEF del programma in favore dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia.
«Lo abbiamo già visto con i tutori volontari, sempre a Palermo, e in collaborazione con il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune: la relazione umana fa la differenza, soprattutto per persone che hanno vissuto spesso situazioni drammatiche di violenza e la cui fiducia con l’altro – in primis con le figure adulte – è stata compromessa. Siamo fiduciosi nella risposta della cittadinanza che si è già rivelata in tante occasioni attiva e solidale.»