Italia Nostra ha espresso soddisfazione per la decisione della Consulta di ammettere il quesito referendario contro le trivelle e le ricerche in mare degli idrocarburi dei giacimenti già concessi.
‘Non possiamo che essere lieti che la Consulta abbia deciso di dare la parola ai cittadini‘, afferma il presidente nazionale dell’Associazione Marco Parini, ‘Si tratta di un problema sentito in tutto il Paese perché impatta direttamente con la salute dei cittadini, con l’integrità del nostro paesaggio e del nostro patrimonio culturale. Non si bilancia l’interesse economico, peraltro modesto, del ritrovamento di gas o petrolio con la tutela di tutto ciò’.
Le attività di ricerca petrolifere e di perforazione dei fondali minacciano in modo irreversibile il nostro ecosistema provocando danni gravissimi sull’habitat marino e sulle coste.
La maggior parte delle perforazioni, infatti, si svolgono entro le 12 miglia dalla linea di costa, nel Mare Adriatico addirittura 5 miglia. In mancanza di questo referendum, tutti i procedimenti per i progetti di esplorazione riavviati, circa 40 concentrati in modo particolare fra il canale di Sicilia, l’Adriatico centrale, le Tremiti e il mar Jonio, area marina vietata alle attività di ricerca di petrolio fino al luglio 2011, grazie all’art. 35 del Decreto sviluppo e ad alcune norme dello Sblocca Italia, si realizzerebbero in tempi molto brevi.