I Referendum del 12 giugno 2022 fanno paura? Se si a chi? Sembra che si stia facendo di tutto per arrivare fino al giorno fatidico della consultazione delle urne in una terribile sordina mediatica. Il Referendum abrogativo in Italia non piace a molte parti politiche e questo non è nemmeno tanto nascosto come elemento.
Se n’è fatto un uso smodato, non sempre consono, come affermano alcuni? Si, forse; ma resta sempre e comunque l’unico (o pressoché tale) strumento di democrazia diretta previsto in Costituzione (art.75) realmente attuato.
L’impatto che ebbero quelli su Divorzio ed Aborto magari non sarà mai raggiunto da altri quesiti ma che, di fronte all’indolenza e alla riottosità delle varie lobby politiche trasversali esistenti in Parlamento, non si riesca a legiferare su alcune materie e si debba ricorrere al volere popolare non ha bisogno di dotte analisi fatte da esperti per essere acclarato.
I cinque quesiti
Vediamo ora nel dettaglio i cinque quesiti referendari nello stralcio iniziale di come verranno posti, anche se ci limitiamo al solo incipit per la lunghezza degli stessi che troverete stampati poi sulle schede elettorali.
Il primo riguarda la Legge Severino in materia di incandidabilità
ABOLIZIONE DECRETO SEVERINO. (scheda di colore rosso)
«Volete voi che sia abrogato il decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’articolo …)» ?
Il secondo riguarda la limitazione in fatto di detenzione preventiva
LIMITI AGLI ABUSI DELLA CUSTODIA CAUTELARE. (scheda di colore arancione)
«Volete voi che sia abrogato il decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n.447 (Approvazione del codice di procedura penale) risultante dalle modificazioni e integrazioni successivamente apportate, limitatamente alla seguente parte: art.274, comma 1, lettera c), limitatamente alle parole: “o della stessa specie di quello per cui si procede. …» ?
Il terzo riguarda la separazione delle carriere dei magistrati
SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI. (scheda di colore giallo)
Volete voi che siano abrogati: l’ “Ordinamento giudiziario” approvato con Regio Decreto 30 gennaio 1941, n. 12, risultante dalle modificazioni e integrazioni ad esso successivamente apportate, limitatamente alla seguente parte: art. 192, comma 6, limitatamente alle parole: “, salvo che per tale passaggio esista il parere favorevole del consiglio superiore della magistratura”; la Legge 4 gennaio 1963, n. 1 …» ?
Il quarto riguarda l’equa valutazione dell’operato dei magistrati
EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI (scheda di colore grigio)
«Volete voi che sia abrogato il decreto legislativo 27 gennaio 2006, n.25, recante «Istituzione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e nuova disciplina dei consigli giudiziari, a norma dell’art.1, comma 1, lettera c) della legge 25 luglio 2005, n.150», risultante dalle modificazioni e integrazioni successivamente apportate, limitatamente alle seguenti parti: art.8, comma 1, limitatamente alle parole “esclusivamente” e …» ?
Il quinto quesito è sulla riforma del CSM
RIFORMA DEL CSM (scheda di colore verde)
«Volete voi che sia abrogata la legge 24 marzo 1958, n.195 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura), nel testo risultante dalle modificazioni e integrazioni ad esso successivamente apportate, limitatamente alla seguente parte: art.25, comma 3, limitatamente alle parole “unitamente ad una lista …» ?
Il significato e la valenza del voto
Non è un voto né tempo perso quello che siamo chiamati a spendere domenica 12 giugno, è un voto di civiltà e di enorme importanza per cercare di fare ordine in una materia – quella della giustizia – che sempre più si sta scostando dalla stella polare del dettato costituzionale.
Certo, la riforma Cartabia in tema di giustizia qualcosa ha tentato di fare ma, purtroppo, in maniera molto parziale rispetto ai mali che questo ganglio vitale per la nostra democrazia denuncia da decenni e decenni in cui pesi e contrappesi sono stati arbitrariamente spostati a piacimento dell’uno o dell’altro.
Un voto di civiltà
Riassumendo: il primo quesito tende a voler perequare quanto stabilito dalla Legge Severino riguardo i pubblici rappresentanti non già limitandola ma semplicemente facendo sì che quelli che oggi sono automatismi diventino invece giudizi singoli sulle singole responsabilità penali.
Il terzo, quarto e quinto riguardano da vicino i magistrati: dalla giusta eliminazione della possibilità di passare dalla magistratura inquirente a quella giudicante e viceversa durante la propria carriera alla equa valutazione del loro operato fino alla necessaria riforma del CSM evidenziata dalle ultime nefaste vicende che lo hanno investito e travolto.
Il secondo, invece, tocca il nervo scoperto dell’uso smodato e spessissimo ingiustificato della carcerazione preventiva fatto ad opera di chi porta avanti le indagini. Il caso di innocenti alla fine ma sbattuti in galera – o anche ai domiciliari – preventivamente per anni è una barbarie vera e propria che di giusto e di vera amministrazione della Giustizia non ha proprio nulla.
Considerazioni di buon senso
Confessioni forzate ottenute facendo tintinnare le manette e spalancando le porte delle carceri prima del processo lasciano sempre molti dubbi, checché ne dicano quelli che sostengono che il carcere preventivo è solo un danno collaterale. Chi si ammazza in carcere o entra nella spirale delle cure psichiatriche non la pensa certo così e magari farebbe a cambio volentieri con i soloni giustizialisti.
Non stiamo parlando di delinquenti abituali, per i quali comunque si dovrebbe aprire il capitolo della rieducazione della pena. Diritto costituzionalmente previsto, ma ben poco garantito. Parliamo, non lo scordiamo mai, di persone comuni che si ritrovano magari nominate in un’intercettazione o fatte oggetto di azioni da chi ha interesse a metterle fuori gioco. Potrebbe capitare a chiunque, non è un fatto di pochi.
Ecco perché, cara signora Littizzetto andare al mare lo può quando vuole, anche domenica. Da sola, però, senza fare disinformazione un tanto al chilo e trattare gli spettatori come dei minus habens incapaci di leggere frasi di senso compiuto. Le auguriamo sempre il meglio e di non trovarsi mai nelle condizioni che abbiamo descritto ma si ricordi che nascere e trovarsi dalla “parte giusta” spesso è un caso non una scelta.