Reddito di cittadinanza sì, reddito di cittadinanza no? Le forze politiche e sociali sono divise su questa misura e rincarano la dose ora che il governo si appresta a mettere mano alla manovra che conterrà al suo interno la revisione di questa misura di sostegno e la riforma delle pensioni. Il presidente del Consiglio Draghi si è detto favorevole a mantenere in Italia il reddito di cittadinanza apportando, però, una serie di riforme. Il leader della Lega Salvini, invece, si dice contrario.
Reddito di cittadinanza: chi non lo vuole in Italia
La forza politica, capofila nella lotta contro il Reddito di Cittadinanza, come dicevamo, è la Lega. In uno dei suoi ultimi comizi, tenuto a Pordenone, Salvini ha messo l’accento su quanti percepiscono il reddito di cittadinanza indebitamente e quanto questa misura non invogli le persone a lavorare. Salvini ha annunciato battaglia anche in merito alla riforma delle pensioni, necessaria a fine anno quando scadrà il triennio di sperimentazione del sistema Quota 100 inserito dal governo Conte.
A tuonare contro il Reddito di Cittadinanza si è levato anche il Codacons. All’indomani dell’estensione del green pass a tutti i lavoratori, l’associazione per la tutela del consumatore ha richiesto che la misura a sostegno delle fasce deboli e degli anziani (pensione di cittadinanza) venga sospeso ai soggetti che non si sono vaccinati. Ha chiesto, cioè, un trattamento paritario a quello riservato ai lavoratori non vaccinati ai quali, in mancanza della vaccinazione, viene sospeso lo stipendio.
La linea Draghi
Come annunciato qualche settimana fa dallo stesso presidente del Consiglio, il reddito di cittadinanza non sparirà. Sarà riformato, ma resterà. Sarà strettamente legato alle politiche sull’occupazione e, indirettamente, al Recovery Plan. Sarà, cioè, utilizzato come misura, per così dire, residuale rispetto all’inserimento dei soggetti nel mondo del lavoro e alla riforma degli ammortizzatori sociali. I fondi Next Generation EU prevedono 5 miliardi di euro destinati all’occupazione da utilizzare anche per la formazione e la riqualificazione professionale. Saranno impiegati attraverso il piano Gol (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) incluso nel nostro PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Battaglie politiche
Nel 2020 il Reddito di Cittadinanza è stato erogato a 4,3 milioni di italiani. In un anno terribile, che ha visto alzarsi sensibilmente la soglia di povertà, l’aumento delle richieste è stato del 74% rispetto a marzo 2019, mese della prima erogazione. 38 mila, invece, sono le famiglie alle quali, nel primo trimestre di quest’anno, il diritto è stato revocato per motivi di cittadinanza o residenza, per il possesso di auto, moto o imbarcazioni, o per omessa attività lavorativa mentre per altre 129 mila il diritto è decaduto avendo superato la soglia minima richiesta
dell’Isee. Che il reddito di cittadinanza abbia aiutato molti italiani in difficoltà, soprattutto col sopraggiungere della pandemia, è indubbio come è indubbio che, dopo tre anni dalla sua introduzione, necessiti di cambiamenti rispetto a come funziona ora. E’ facile supporre che Draghi andrà avanti sulla strada della riforma nonostante l’opposizione della Lega. Quella stessa lega che, lo ricordiamo, tre anni fa firmò, insieme al Movimento 5 Stelle (con cui era al governo), l’introduzione del Reddito di Cittadinanza nel nostro Paese.
In copertina foto di Indeciso42 su Wikipedia in italiano