Ricordi. In molti amano lanciarsi nella nostalgia ed aprire qualche vecchio album di fotografie. Sfogliarlo, ripensare ai bei momenti passati ma lo sapete che quegli album raccontano molto di più? Raccontano di città, paesi e piccoli comuni che con l’era digitale stanno cambiando. Il recupero dell’identità territoriale è un tema che vogliamo affrontare con la storia di oggi tramite il progetto “Paesini”.
Recupero dell’identità territoriale, cosa vuol dire?
A raccontare questo nuovo paradigma è “Paesini”, il progetto nato dalla collaborazione tra What Italy Is, collettivo di Content Creator che ha lo scopo di raccontare l’Italia oggi, ed EOLO, Società Benefit e principale operatore leader in Italia nella fornitura di connettività tramite la tecnologia FWA. Una serie di 52 storie che vivrà sui social e che durante tutto l’anno racconterà luoghi remoti del Paese e storie di persone comuni che proprio in queste località, anche grazie a internet, sono riuscite a realizzare il proprio sogno di vita.
Intervista a Michele Grasso, responsabile progetto “Paesini”
Siamo, quindi, arrivati al momento dell’intervista per la sotria di oggi. A raccontarci i segreti del progetto Paesini sarà il suo responsabile ovvero Michele Grasso:
In quale contesto si inserisce il progetto “Paesini”?
La pandemia ha cambiato dinamiche e priorità: oggi in molti sognano di lasciare la città per vivere in un luogo con ritmi più lenti e spazi verdi, senza però perdere le opportunità lavorative e le comodità che i grandi centri urbani offrono. E chi invece già vive in questi luoghi remoti può usufruire sempre di più dei vantaggi che la digitalizzazione ha portato e continuerà a portare, anche grazie alle risorse messe in campo dal PNRR.
Qual è la storia nella nascita del progetto?
Dal 2019, anno di inizio del processo di digitalizzazione degli album familiari e delle campagne fotografiche, si sono svolte tre mostre: la prima all’interno del festival Rural Dimensions, la seconda presso la sede dell’ICCD a Roma, la terza con l’evento Miss Bellosguardo in settembre 2021, finanziata da Scabec (società in house della Regione Campania nata per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale).
In cosa consiste il progetto?
Il progetto si svolge in tre fasi: dalla ricerca e recupero del materiale nelle case delle famiglie coinvolte, alla digitalizzazione degli scatti archiviati – ad oggi circa seimila – grazie anche all’impegno di studenti in stage, fino al coinvolgimento del fotografo Alessandro Imbriaco e di cinque autori in altrettante residenze artistiche, che hanno organizzato e rielaborato il materiale.
Quali sono gli obiettivi?
L’istituzione di un archivio fotografico del Parco Nazionale del Cilento ha l’obiettivo di limitare la dispersione delle fotografie di famiglia e sottrarle così all’oblio. Si tratta di un’iniziativa basata totalmente sulla digitalizzazione, lo scopo è proprio quello di rendere digitale tutto il materiale fotografico del Parco e delle famiglie del paese. Sulla tecnologia si basa anche la comunicazione del progetto, presente, grazie a internet, sui principali social network e sul web con un sito dedicato, che fa anche da galleria per le foto.